Dell lascia la Russia. Definitivamente. Sebbene già nel mese di febbraio avesse sospeso le proprie vendite nel Paese, ora il gruppo chiude definitivamente i battenti dei propri centri nella Federazione, in Bielorussia e nella parte occupata dell’Ucraina (Crimea in particolare). La cosiddetta “Operazione Speciale” di Vladimir Putin, insomma, non solo non vede una fine, ma continua a lasciare sul campo importanti conseguenze.
Dell’addio alla Russia
Un problema per Dell, ma un problema decisamente grave soprattutto per la Federazione. Laddove le collaborazioni tra aziende USA e legislatore russo si son fatte proibitive, infatti, i grandi brand della tecnologia son dovuti fuggire lasciando dietro di sé un vuoto difficilmente colmabile. Una prateria potenziale per le aziende cinesi, in teoria, ma in pratica al momento non si contano sostituzioni reali e si cerca soltanto di tappare i buchi per evitare che la situazione possa precipitare.
Dell era infatti una delle aziende fondamentali per lo sviluppo di server in Russia: l’addio implica la fine dell’assistenza, del supporto e di quanto necessario in termini di componenti per assicurare autonomia al fronte digitale della Federazione. Il gruppo spiega che la Russia ha già avanzato importanti offerte economiche per i dipendenti che perderanno il lavoro a seguito di questa decisione, lasciando intendere come per i locali sia fondamentale non lasciar fuggire i cervelli che lavoravano in questi stabilimenti. Si tratta comunque di offerte di lavoro in Rubli, nel centro di una tempesta che mette Oriente ed Occidente su fronti opposti e che anche nelle aziende tecnologiche lascia permeare tutta l’incertezza di un momento di grave fibrillazione internazionale.
Dell si limita a firmare il proprio “do svidaniya” e lascia il testimone a piccoli fornitori locali, per i quali l’opportunità rischia di essere indigesta e scomoda. Ma nessuno ha alternative in questo momento.