Dell e VMware hanno deciso di aumentare i loro investimenti in India. Come riporta CNN Money , se il colosso dell’Informatica si concentrerà nell’ampliamento della sua rete di vendita, la società di Palo Alto investirà invece nella ricerca e nello sviluppo software per potenziare le sue soluzioni di virtualizzazione.
Più nello specifico, Dell ha assicurato un ampliamento della sua offerta PC e la prossima attivazione di un nuovo canale di distribuzione al dettaglio nell’emergente mercato indiano. “Al momento non siamo presenti nei negozi indiani, ma le cose cambieranno. Molto presto ne sentirete parlare”, ha dichiarato Rajan Anandan, manager di Dell India. Dell nel 2007 è riuscita ad incrementare il suo fatturato del 60%, raggiungendo i 700 milioni di dollari, utilizzando solo i canali di vendita telefonici e l’online.
È VMware però la realtà più sorprendente. L’estate scorsa è sbarcata al NASDAQ raddoppiando velocemente il valore della sua offerta pubblica. Oggi, con un fatturato di circa 1,3 miliardi di dollari è pronta ad investire 100 milioni di dollari nei prossimi due anni proprio in India: darà vita ad una nuova struttura di ricerca e raddoppierà il suo staff locale. Si parla infatti di un insediamento di 25 mila metri quadrati a Bangalore e dell’ampliamento dei laboratori R&D esistenti.
“L’India è anche uno dei mercati emergenti in maggiore crescita e dove abbiamo sempre più importanti partner strategici”, ha dichiarato Diane Greene, CEO dell’azienda. “Per questi motivi stiamo aumentando in modo sostanziale i nostri investimenti in India”.
L’India è diventata la nuova Silicon Valley globale. A Bangalore IBM, Google, Microsoft, Cisco e tanti altri colossi IT hanno aperto ormai da anni sedi distaccate che sfruttano abilmente la manodopera locale specializzata. Come racconta nel dettaglio Federico Rampini , la più grande Democrazia del mondo è destinata ad attirare sempre più investimenti IT grazie soprattutto alla qualità delle sue università e dei suoi studenti . “Harvard è la scelta di ripiego per quelli che non sono riusciti a entrare da noi”, dichiarava placidamente nel 2006 Soumitra Kumar Nandy, docente dell’Indian Institute of Science di Balgalore.
Secondo gli esperti le 380 università scientifiche indiane sfornano ogni anno 200 mila ingegneri, 300 mila laureati in materie scientifiche e 2mila specialisti con PHD. E il tutto senza dimenticare che il mercato del lavoro locale esprime un appeal fortissimo per l’industria grazie ai bassi costi.
Dario d’Elia