Un albero piantato per ogni computer venduto, per contrastare il surriscaldamento del pianeta . Dell , al Consumer Electronic Show , ha annunciato che adotterà questa strategia per difendere l’ambiente dalle tonnellate di anidride carbonica (CO2) emesse dalle centrali elettriche per produrre l’energia che alimenta le proprie macchine. Pianterà degli alberi, che saranno in grado di riequilibrare la composizione dell’atmosfera, convertendo l’anidride carbonica in ossigeno.
” Plant a Tree for Me “, pianta un albero per me, il nome dell’iniziativa. Se Dell si preoccuperà di far fronte alle spese di amministrazione del programma, il “me” che commissiona e foraggia l’operazione sarà il cliente. L’utente potrà infatti decidere di donare due dollari, nel caso di acquisto di un laptop, e sei dollari, nel caso di un PC desktop. I contributi sono proporzionati per bilanciare la ” carbon footprint ” del prodotto acquistato, l’impatto che esso ha sull’ambiente, misurato in emissioni di CO2. Nella fattispecie, la produzione di energia necessaria ad alimentare un notebook per tre anni opprime l’atmosfera con quasi mezza tonnellata di anidride carbonica, nel caso di un PC desktop l’anidride carbonica rilasciata supera la tonnellata.
Le donazioni saranno dirottate da Dell verso le organizzazioni non profit Conservation Fund e Carbonfund , la cui mission è invitare il mercato a ridurre gli sprechi, affinché si attinga dalle centrali sempre meno energia. La combustione di petrolio e carbone da parte delle compagnie elettriche genera infatti il 37 per cento di tutte le emissioni di CO2 di cui è responsabile l’uomo, secondo i dati offerti dal rapporto WWF Ranking Power .
“Sarà un modo straordinario per coinvolgere i nostri clienti”, ha dichiarato Michael Dell, proclamandosi ambientalista convinto. L’iniziativa Plant a Tree for Me non è la prima di stampo ecologico, in casa Dell. L’azienda, infatti, la scorsa estate aveva annunciato l’avvio di un programma di riciclaggio , gratuito per i clienti, che porterà, entro il 2009, al ritiro di oltre centomila tonnellate di materiale usato. Un’iniziativa che ben si concilia con le direttive dell’Unione Europea in materia di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche e elettroniche.
Questa strategia di corporate responsibility accomuna Dell ad altre aziende che hanno deciso offrire il loro contributo per la tutela dell’ambiente. Ad esempio, il chipmaker taiwanese Via ha lanciato un’iniziativa simile a quella di Dell, che abbina alla riforestazione la proposta di processori a basso consumo energetico. Vodafone , invece, ha collaborato con Legambiente, reclutando volontari per “pulire il mondo”; Easynet , fornitore di servizi Internet a banda larga per clienti aziendali, ha pensato di riequilibrare la sua carbon footprint finanziando progetti di centrali “pulite”.
Non mancano, inoltre, le proposte che mirano al risparmio energetico, puntando sulla prevenzione invece che sulla “riparazione dei danni”: l’adesione alle specifiche Energy Star , i risultati che offrirà il progetto di ricerca CLeaN e l’attività di associazioni come The Green Grid .
Su tutto questo, naturalmente, anche un aspetto culturale, al quale Dell ha accennato. Molti sono i lavoratori, ad esempio, che con le loro abitudini ormai sedimentate, sembrano insensibili al problema degli sprechi. Sono fattori come questo che, inevitabilmente, appesantiscono le spese e danneggiano l’ambiente. Un’ indagine di Gartner, a tale proposito, rivela che le aziende dedicano ai consumi energetici fino all’otto per cento del proprio budget. La percentuale rischia di aumentare di quattro volte nel giro di cinque anni, nel caso in cui non si adotti alcuna strategia “sostenibile”. Un albero per ogni computer può costituire un buon punto di partenza.
Gaia Bottà