EDIT: L’articolo riportava inizialmente il Q2 del FY2013 come termine per l’operazione di riacquisto delle azioni. Il termine corretto è il Q2 del FY2014 . L’articolo è stato corretto di conseguenza.
Roma – Era nell’aria da almeno un mese , ma Michael Dell ne parlava da anni: da quando era tornato alla guida dell’azienda che prende il suo nome, per riportarla ai livelli di quando l’aveva lasciata, aveva sempre sofferto (pubblicamente) l’ingerenza degli azionisti e del volubile mercato azionario nelle scelte operate per condurre al meglio l’impresa. Ora il proposito diventa realtà : Dell tornerà a essere un’azienda privata , e restituirà agli azionisti una contropartita in denaro per riacquistare le partecipazioni sul mercato.
Si tratta di un’operazione che nella sua totalità sarà piuttosto complessa, e richiederà alcune settimane per essere completata: semplificando , Dell pagherà ogni singola azione 13,65 dollari in contanti, per un totale di circa 24,5 miliardi di dollari (al cambio odierno circa 18 miliardi di euro). La cifra stabilità è circa il 25 per cento superiore alla quotazione del titolo alla data dell’11 gennaio, giorno nel quale si è iniziata a diffondere la voce sull’iniziativa.
Il denaro per portare a termine l’intero riacquisto è frutto di una cordata : in testa c’è Michael Dell in persona, con le proprie finanze personali e il proprio fondo di investimento MSD Capital, c’è il fondo di investimento Silver Lake, c’è Microsoft con 2 miliardi di dollari e infine ci sono prestiti per l’ammontare rimanente erogati da quattro diverse banche. In conseguenza di questo annuncio, il titolo Dell è stato sospeso dalla contrattazione: ieri aveva chiuso a 13,36 dollari, un valore non troppo distante da quello fissato oggi in virtù delle voci insistenti che avevano già delineato per sommi capi gli estremi dell’operazione.
Un anno fa il titolo Dell era arrivato a quotare oltre 17 dollari, con un massimo storico attorno alla bolla dotcom di oltre 50: il momento più basso delle epoche recenti si era toccato con gli 8 dollari del febbraio 2009, in piena crisi finanziaria mondiale, ma sono soprattutto le performance di vendita degli ultimi anni nel settore consumer ad aver causato grattacapi al management. In un mercato che va verso l’ inevitabile stagnazione , vista la saturazione della domanda e la concorrenza spietata del mobile, Dell ha fatto peggio dei concorrenti in questi mesi e si è vista sorpassare da Lenovo per numero di unità vendute e avvicinata sempre più da altri marchi in crescita (Asus e Acer in primis).
La decisione di Michael Dell di “ricomprare” la sua azienda potrebbe essere proprio legata al suo desiderio di cambiare drasticamente rotta senza dover rendere conto agli azionisti. Una strada ragionevolmente percorribile sarebbe quella di abbandonare gradualmente il mercato PC per concentrarsi sull’hardware enterprise e i servizi alle aziende , comparto che ha avuto buone performance negli ultimi anni, imitando in parte quanto fatto per esempio da IBM. Anche HP in tempi recenti ha ipotizzato qualcosa di simile, anche se in questo caso si è trattato di voci che per il momento non hanno avuto riscontro nella realtà.
Difficile comprendere in quest’ottica la decisione di Microsoft di entrare nell’affare . Forse lo scopo di Redmond è proprio quello di avere voce in capitolo nella possibile evoluzione di Dell: da un lato potrebbe tentare di evitare che l’azienda esca completamente dal mercato PC, dall’altro potrebbe tentare di indirizzare lo sviluppo in questo settore per andare incontro ai desiderata dei suoi sviluppatori in prospettiva Windows 8 e Windows Phone, infine potrebbe tentare di avviare una proficua collaborazione per opporsi in maniera più organica nel settore enterprise a pezzi grossi come Oracle, IBM e HP.
Le pratiche per il “buyout”, così si chiama in gergo l’operazione avviata, si concluderanno entro il secondo trimestre dell’anno fiscale 2014. Sul piano operativo non cambierà nulla nell’immediato: le attività di Dell proseguono senza soluzione di continuità, sia per quanto riguarda la produzione e la distribuzione dell’hardware che per quanto attiene lo sviluppo di prodotti futuri. Nel medio-lungo termine ci potranno essere dei cambiamenti : un’azienda privata, che non deve rendere conto trimestralmente agli azionisti, può decidere di prendere strade che non ripagano nell’immediato (anzi, che causano una perdita) sperando che in futuro si rivelino fruttuose.
Luca Annunziata