New York – Michael Dell , fondatore dell’omonimo colosso IT, è tornato alla guida della sua creatura rimpiazzando l’uscente CEO Kevin B. Rollins – in carica da quasi tre anni. L’avvicendamento era nell’aria: gli analisti di Wall Street e gli esperti finanziari hanno spettegolato sulla questione per più di un anno. Alla fine sono stati accontentati, e come ha dichiarato Sam Nunn, senatore della Georgia nonché membro del Consiglio di Amministrazione: “Il board crede che la vision e la leadership di Michael siano fondamentali per la costruzione a lungo termine del primato di Dell nell’industria IT. Non vi è persona migliore al mondo per gestire la situazione che quella responsabile della creazione del direct model “.
Il quarantunenne di Houston (Texas) nel marzo del 2004 aveva deciso di abbandonare le cariche di CEO e di COO (Chief Operating Officer), per ripiegare sulla più comoda presidenza del Consiglio di Amministrazione. Dalla sua pausa, però, la società ha iniziato a perdere colpi anche a causa di una contrazione diffusa del segmento hardware Pc. Il Nadir commerciale è stato raggiunto nello scorso ottobre quando Hewlett-Packard ha riconquistato la leadership mondiale tra i produttori di PC, vendendo 28 mila computer in più dell’avversario.
Un affronto inaccettabile che, insieme alle previsioni negative riguardanti le vendite dell’ultimo trimestre, secondo gli osservatori ha contribuito al defenestramento di Kevin B. Rollins. Un addio privilegiato, peraltro, visto che la buonuscita ammonta a circa 30 milioni di dollari di stock options. Inoltre, secondo il benchmarker Equilar , che ha analizzato i conti, Rollins in questi anni da CEO ha guadagnato non meno di 42 milioni di dollari.
“La partenza di Rollins è il frutto dell’insoddisfazione sullo status e il rate di crescita dell’azienda”, ha dichiarato A. M. Sacconaghi, analista di Sanford C. Bernstein & Company. Tanto più che la stessa Wall Street sembra aver gradito la notizia facendo salire del 3,88% i titoli Dell già poche ore dopo l’annuncio.
E dire che lo scorso settembre i rapporti professionali, e di amicizia, fra i due top manager sembravano idilliaci. “Kevin ed io lavoriamo insieme, quindi se volete criticare qualcuno potete rivolgervi a me. Comunque la cosa più importante è che crediamo di avere un team forte ed affiatato. Kevin ne fa parte, come me”, aveva dichiarato lo scorso settembre Dell, durante la conference aziendale di New York. “Le speculazioni sugli avvicendamenti non valgono nulla, ma sappiate che anche se lo fanno tutti non è detto che siano cose vere”.
Per quanto riguarda le strategie non si sa ancora molto. Mister Dell ha solo lasciato trapelare l’intenzione di ampliare l’offerta di servizi di consulting per le grandi aziende. Andrebbe a pestare i piedi a IBM, HP e realtà come Electronic Data Systems – da cui recentemente è stato “prelevato” Stephen F. Schuckenbrock, un dirigente di peso che dovrebbe sostenere la crescita dei futuri servizi business. “Consulting e outsourcing sarebbero una bella partenza per Dell. Un mezzo per alimentare quel segmento che ha il doppio di margine di profitto rispetto al resto”, ha sottolineato Sacconaghi.
Michael Dell, comunque, non ha dimenticato il core business dell’azienda, anzi. “Sperimenteremo nuove idee, anche nel business model”, aveva dichiarato. Recentemente, in questa direzione, sono stati aperti due negozi che mostrano solo a display i prodotti e non hanno magazzino. In pratica, permettono solo gli ordini e il ritiro della merce, una volta che sia sul posto.
Qualcosa di nuovo, ma forse non abbastanza per alcuni esperti del settore. La critica, più dura, e anche condivisa nell’ambiente, infatti, giunge da Samir Bhavnani, ricercatore capo di Current Analysis . “Mancano ancora di un design di qualità e di un servizio post-vendita adeguato. Sono ben posizionati per partire, cosa aspettano?”, ha sottolineato Bhavnani.
Dario d’Elia