Michael Dell vuole riacquistare la corporation da lui fondata decadi fa sottraendola al controllo della borsa e degli azionisti, ma il suo tentativo sarebbe infine destinato a fallire perché il numero di oppositori con corposo pacchetto di azioni Dell non fa che crescere. Icahn vuole metterci può soldi, e vuole stare al posto di comando.
A prevedere il prossimo fallimento dell’operazione di buyout sono le solite fonti anonime ma informate sui fatti consultate dal Wall Street Journal , secondo le cui rivelazioni al magnate Carl Icahn si sono aggiunte Vanguard Group, State Street Corp, e BlackRock Inc.
In totale, il fronte del “no” alla privatizzazione di Dell ha raggiunto circa il 30 per cento delle azioni, e ora per avere successo il CEO dovrebbe convincere i detentori di almeno il 42 per cento delle azioni rimanenti a votare in favore dell’operazione.
Il voto sul buyout era in realtà atteso già per il 18 luglio, ma il gruppo di amministratori che sovraintende il delicato passaggio della vita aziendale ha concesso una proroga fissando la nuova votazione per il prossimo 24 luglio. Dell dovrà approfittare del tempo concesso per guadagnare nuovi supporter alla sua causa, una causa in cui però Icahn si propone sempre più come protagonista in contrasto al desiderio di riacquisizione espresso da Michael Dell.
Icahn, che ha recentemente sostenuto di voler aumentare la sua offerta per l’acquisizione del controllo di Dell, dice di voler guidare lui stesso la corporation e descrive il fondatore come un manager inadeguato a gestire la creatura da lui fondata, una volta che essa sia arrivata alla maturità. Dell, nelle parole di Icahn, raccoglierebbe Dell come si prende al volo un coltello che cade, è non certo la persona più adatta a far ripartire un business condotto malamente negli ultimi anni, con il contributo colpevole del consiglio di amministrazione.
Alfonso Maruccia