Sono quasi 350mila le tonnellate di anidride carbonica che Dell ogni anno rilascia nell’atmosfera. Una situazione alla quale rimedierà prima della fine del 2008, anno entro il quale l’azienda prevede di raggiungere l’obiettivo emissioni zero, per contribuire ad arginare il surriscaldamento del pianeta.
“Mai, nella storia del business, c’è stato il bisogno così urgente di costruire una comunità mondiale che si dedichi alla cura dell’ambiente”: così si è espresso il CEO Michael Dell nei giorni scorsi. Un’urgenza che Dell avverte già da tempo, e per la quale medita di impegnarsi con una strategia sfaccettata, illustrata in un video .
Primo obiettivo, il risparmio energetico . In tutti gli edifici Dell, riporta Business Week , oltre ad aver già provveduto ad installare lampadine a basso consumo, si imporrà ai dipendenti di vincere la pigrizia e di spegnere i computer al momento di lasciare l’ufficio, provvedimento che consentirà di ridurre costi e sprechi, e di evitare emissioni per 8500 tonnellate di CO2, pari alla carbon footprint annuale di 1400 automobili.
Tagliato in questo modo il 2,2 per cento delle emissioni di cui è responsabile, Dell investirà in una strategia proattiva: acquisterà energia generata con fonti rinnovabili , come avviene già per la sede di Austin, alimentata per il 10 per cento in maniera sostenibile. Un obiettivo che si scontra però con un mercato energetico che ancora sembra dover ingranare: quello dell’energia pulita, spiega Michael Gillenwater, responsabile delle politiche ambientali di Dell, è un problema di disponibilità più che di costi. Per questo motivo Dell intende cooperare con il governo per innescare il circolo virtuoso dell’energia pulita.
Dell si impegnerà inoltre nella riforestazione , che sappia compensare le emissioni laddove non si è in grado di ridurle. Il programma ” Plant a Tree for Me ” verrà esteso su una scala più ampia: Dell, insieme ad aziende che operano in altri settori, condividerà stategie e risorse per bilanciare la sua carbon footprint piantando alberi che possano riequilibrare la composizione dell’atmosfera, convertendo l’anidride carbonica in ossigeno.
Ma non è tutto: Dell ha intenzione di convertire al verde tutti i suoi stakeholder . Dai produttori di componenti a coloro che si occupano della logistica, tutti saranno invitati ad uniformarsi alle linee guida tracciate da Dell: sarà loro richiesto di fornire rapporti dettagliati riguardo a consumi ed emissioni, i trasporti saranno alimentati rigorosamente con biocombustibili.
Si lavorerà inoltre a tecnologie che rendano le macchine più efficienti in termini di consumi per l’utente finale, magari su modello di quanto ha annunciato D-Link per i suoi switch intelligenti, in grado di limitare al massimo gli sprechi energetici, dosando i consumi in base al numero di macchine attive collegate e in base alla lunghezza dei cavi di rete. Per quanto riguarda invece il ruodo dell’utente finale, Dell ha appena annunciato un programma di ritiro e di riciclaggio dell’usato, che possa ridurre gli sprechi di materiale e la dispersione indiscriminata nell’ambiente di elementi tossici.
Quella di Dell è un’iniziativa lodevole, ma prima di sbilanciarsi, avverte Robin Schneider, a capo della Texas Campaign for the Environment , è necessario guardare al progetto in termini di risultati conseguiti. Anche Il Sole 24 Ore mette infatti in guardia dal cosiddetto ” greenwash “, l’atteggiamento dell’industria verde ma solo di facciata. Un atteggiamento che però può fallire in un mercato sempre più consapevole, in un contesto in cui l’energia rappresenta un importante capitolo di spesa, in un contesto in cui la questione energetica ha assunto più che mai connotati politici e sociali.
Gaia Bottà