Un piccolo passo avanti, ma è quantomeno l’ennesimo nella giusta direzione: l’Indice di Digitalizzazione dell’Economia e della Società (DESI) pone l’Italia in 18esima posizione nel ranking europeo: ancora al di sotto della media UE, ancora molto al di sotto di altre importanti realtà europee, ma almeno in crescita all’interno di un indice che, come spiega il report, è cruciale per il futuro economico del Paese.
Poiché l’Italia è la terza economia dell’UE per dimensioni, i progressi che essa compirà nei prossimi anni nella trasformazione digitale saranno cruciali per consentire all’intera UE di conseguire gli obiettivi del decennio digitale per il 2030.
L’indice si compone di vari indicatori, nei quali è stata misurata la performance del sistema Paese per comprendere quanti e quali passi avanti si stiano compiendo anche e soprattutto in ottica PNRR. Dal report emerge che:
- “l’Italia sta colmando il divario rispetto all’Unione europea in fatto di competenze digitali di base; ancor oggi però oltre la metà dei cittadini italiani non dispone neppure di competenze digitali di base“;
- “Per quanto riguarda la connettività si sono registrati progressi in termini di diffusione dei servizi a banda larga e di realizzazione della rete. Rimangono alcune carenze per quanto riguarda la copertura delle reti ad altissima capacità (compresa la fibra fino alla sede dell’utente), che è ancora molto indietro rispetto alla media UE, nonché rispetto all’obiettivo del decennio digitale di una copertura universale entro il 2030“;
- “La maggior parte delle piccole e medie imprese italiane (il 60 %) ha raggiunto almeno un livello base di intensità digitale; l’utilizzo di servizi cloud, in particolare, ha registrato una considerevole crescita. Se da un lato l’Italia si colloca in una buona posizione da questo punto di vista, e le cifre citate gettano le basi per un significativo contributo agli obiettivi del decennio digitale in fatto di digitalizzazione delle imprese, dall’altro la diffusione di altre tecnologie cruciali come i big data e l’intelligenza artificiale è ancora alquanto limitata“;
- “L’Italia sta compiendo progressi nell’offerta di servizi pubblici digitali, riducendo così le distanze rispetto alla media UE. È necessario proseguire negli sforzi già intrapresi per consentire all’Italia di realizzare l’obiettivo del decennio digitale relativo alla disponibilità online del 100 % dei servizi pubblici principali per le imprese e i cittadini dell’Unione, e di rendere pienamente operativi i fascicoli sanitari elettronici“.
Il report rappresenta anche una base programmatica importante per qualsiasi forza politica che intenda andare al Governo dopo le elezioni del 25 settembre. In ballo vi sono infatti ancora fondi del PNRR e grandi obiettivi da raggiungere, con misure già scritte per
- promuovere la digitalizzazione delle scuole (“Scuola 4.0”) e migliorare la formazione professionale (la riforma del sistema di formazione professionale terziaria “ITS”);
- potenziare il sistema dei centri di ricerca e di trasferimento tecnologico, che potrebbe estendersi a settori quali la simulazione avanzata e i big data, la quantistica, l’industria 4.0 o l’intelligenza artificiale;
- accelerare la modernizzazione della pubblica amministrazione, con il completamento dell’infrastruttura cloud nazionale (Polo Strategico Nazionale) nonché della Piattaforma Digitale Nazionale Dati, e con l’attuazione di misure volte a rafforzare la sicurezza informatica, già avviate con l’istituzione dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale nel 2021.
Un piano già scritto, sul quale non dovranno esserci indecisioni. L’indice DESI dei prossimi semestri fotograferà pertanto anche la capacità del Governo che avremo in carica, poiché sua sarà la responsabilità di attuare le ultime riforme finanziate e l’onere di spingere ulteriormente sull’acceleratore della digitalizzazione per portare il Paese verso l’orizzonte che merita.