Lo scossone generato dall’inserimento di Huawei nella Entity List degli Stati Uniti ha già portato alcune importanti realtà del mondo hi-tech a interrompere le collaborazioni con l’azienda cinese, sia per quanto riguarda la fornitura di componenti hardware sia in merito alla licenza di software e sistemi operativi. Un terremoto andato propagandosi ben oltre i confini americani, tanto da raggiungere l’Europa: il chipmaker britannico ARM sembra aver fatto lo stesso, con conseguenze fino a qualche giorno fa nemmeno immaginabili (e ancora non del tutto chiare) per il business della società di Shenzhen.
DHL e Huawei, nulla cambia
Restando nel vecchio continente, c’è chi pare invece aver assunto una posizione diversa. È il caso di DHL, che con una nota ha smentito le voci di corridoio relative a un’interruzione della partnership con Huawei. Nulla sembra dunque destinato a cambiare per la compagnia di trasporti, che nonostante la fondazione a San Francisco (nell’ormai lontano 1969) è ormai da oltre due decenni (dal 1998) sotto il controllo della teutonica Deutsche Post.
Questa la dichiarazione attribuita alla società, tradotta dal cinese e firmata da DHL-Sinotrans International Air, joint venture con sede a Pechino nata alla fine degli anni ’80 dall’unione tra l’allora statunitense DHL Express e la cinese Sinotrans Changhang Group.
Di recente alcuni media hanno scritto in modo erroneo della sospensione, da parte di DHL Hong Kong, delle spedizioni espresse. Al tempo stesso, come fornitore leader industriale delle spedizioni espresse internazionali, DHL Express China è impegnata a offrire a tutti i clienti, inclusa Huawei, un servizio di corriere internazionale di alta qualità.
Da capire se la posizione sia condivisa dal gruppo a livello globale o se va presa per buona solo in relazione al territorio del paese asiatico. La notizia è in ogni caso utile per capire come l’effetto domino della firma apposta da Trump la scorsa settimana, che di fatto si traduce nel definitivo ban di Huawei dagli USA, stia arrivando a manifestarsi anche in settori che di per sé hanno poco o nulla a che fare con l’universo mobile, con i network 5G e con la cybersecurity.