Un editoriale diviso tra autocelebrazione e stoccate di fuoco, recentemente apparso tra le pagine online del New York Times . A scriverlo è stato l’ executive editor Bill Keller, attualmente al 50esimo posto della classifica di Forbes sulle persone più potenti ed influenti del pianeta. Un fregio non certo nascosto dallo stesso Keller, che ha sottolineato come persino il grande regista Woody Allen lo abbia nominato “persona più importante di New York”.
Celebrazioni a parte, l’articolo firmato da Keller ha riaperto il fuoco su uno dei temi più discussi in ambito editoriale: le attività più o meno legittime di motori di ricerca e grandi aggregatori di notizie. Strumenti online già dipinti come vampiri succhia-news, parassiti dell’informazione, veri e propri ladri di contenuti altrui . L’ executive editor del NYT ha ora sfruttato un’altra similitudine dal fantastico mondo animale.
I vari news aggregator funzionerebbero come i cosiddetti uccelli-zecca – termine specifico, buphagus o in lingua inglese oxpecker – che sfruttano in genere il dorso di grossi animali africani per nutrirsi. Ovviamente di contenuti altrui, successivamente raggruppati e ridistribuiti senza permesso . “In Somalia sarebbe pirateria – ha spiegato Keller – Nella mediasfera è invece un rispettato modello di business”.
E nel mirino di Keller è finita una persona in particolare, definita addirittura come “la regina dell’aggregazione”. Arianna Huffington – founder del popolare sito d’informazione Huffington Post – avrebbe fatto una sensazionale scoperta, capace di attirare milioni di utenti nel mondo. Una ricetta magica, almeno secondo Keller, fatta di gossip, adorabili cuccioli e soprattutto contenuti prodotti da blogger e siti esterni, ovviamente non pagati .
“Quanto è grande il genio istintivo di Huffington per l’aggregazione?”, si è chiesto Keller. L’ executive editor ha quindi sparato a zero su AOL, che ha recentemente acquisito il sito per la somma stellare di 315 milioni di dollari . “Acquistare un aggregatore e definirlo un player di contenuti è un po’ come un’azienda che assoldi un contraffattore per aumentare le proprie entrate”.
Come a ripagarlo con la sua stessa moneta, Arianna Huffington ha risposto a Keller con numeri altrettanto autocelebrativi. Combinati insieme, Huffington Post e AOL News potrebbero ora contare sul 70 per cento di visitatori unici in più del New York Times . Ancor prima dell’acquisizione da parte di AOL, il sito d’informazione ha potuto contare su quasi 150 editor impegnati nell’antico e prestigioso mestiere del giornalismo.
Arianna Huffington ha dunque sottolineato come sia stato lo stesso Keller ad aggregare un’idea portata avanti da lei stessa e dal suo giornale online. Una sorta di convergenza tra i modelli più tradizionali – ed accurati – del giornalismo e le nuove possibilità dal basso offerte dalla Rete. Il lavoro svolto dall’ Huffington Post sarebbe stato applaudito da più parti in terra statunitense.
Forse Arianna Huffington ha però dimenticato di sottolineare un altro aspetto, ancora una volta tratto dal mondo animale. Gli uccelli-zecca forniscono ai grandi pachidermi un grande aiuto, dal momento che si nutrono dei piccoli parassiti presenti sul loro dorso. Appare strano che una persona così influente e potente come Keller non vi abbia minimamente fatto caso.
Mauro Vecchio