BigM gliel’ha giurata da settembre scorso ma Viodentia , nickname dietro cui si nasconde l’autore o gli autori del noto ammazza-DRM FairUse4WM , escono ancora allo scoperto e rendono disponibile la nuova versione del proprio software, la 1.3Fix-2. Il/i coder sono ricercati dalla legge per volere di Microsoft, ma la cosa non sembra impensierirli, almeno non al punto da cessare le proprie attività di hacking sotterraneo, teso a rompere il codice di una delle corporation che ha sposato la causa del DRM e dell’industria multimediale, gelosa di ogni singolo bit di sua proprietà.
Le segnalazioni arrivano da diversi weblog , ma la fonte è sempre la stessa : il nuovo FairUse4WM è stato come al solito rilasciato attraverso le pagine dei forum di Doom9 , con un thread cominciato da tale nuovo utente Divine Tao . Non si sa se dietro allo pseudonimo si nascondano gli stessi gaglioffi sbeffeggiatori di Viodentia, tutto quello che Divine Tao dice è che offre “l’output dei miei propri sforzi”, non avendo il programmatore a disposizione il codice sorgente originale.
“Questo post introduce un nuovo tool per scoprire le chiavi individuali dai componenti DRM di tipo black box di Microsoft (“IBX”), fino alla versione 11.0.6000.6324″ scrive Divine Tao nel suo post. Oltre a correggere un fastidioso baco nella decodifica di filmati con un alto indice di compressione, FairUse4WM 1.3Fix-2 introduce il supporto e la “capacità di interfacciarsi” a Windows Vista e al software di controllo di Zune , il lettore multimediale portatile che BigM sta cercando di spingere sul mercato.
Proprio quest’ultima caratteristica è quella più pubblicizzata in rete: il DRM di Zune ha impressionato negativamente utenti e commentatori per le sue limitazioni sulla condivisione via WiFi, ed è stato già sconfitto da un semplice trick alla portata di chiunque. La possibilità di strappare via in maniera definitiva le restrizioni di accesso ai contenuti dai file presenti sul lettore è l’ennesimo duro colpo alla strategia di blindatura delle major e dell’acquiescente prodotto made in Redmond.
Sempre che, come suggerisce causticamente Cory Doctorow su Boing Boing , i consumatori non decidano come al solito di usare la strada “ancora più facile per ottenere la stessa musica senza DRM: semplicemente scaricarla dai network di P2P”. “Incredibile che Microsoft – conclude Doctorow – abbia realizzato un mondo in cui ottieni gratuitamente contenuti migliori di quelli che hai quando invece paghi per averli”.
Ma Zune è un bersaglio per molti in queste ore: Engadget dedica un post ad un fantomatico Hide-a-Pod , scatolotto salva-iPod che sfrutta e “dà un senso” alla bruttezza dello Zune marrone. Il sito dedicato cita un imprecisato “Bill”, attore di reclame pubblicitarie che vive ai margini dello showbiz , e che ha la poco fortunata tendenza a farsi fregare svariati iPod – fino a una mezza dozzina, dice l’articolo – da ladri senza scrupoli, in grado di recuperare i lettori Apple non importa il luogo o il box nel quale Bill li infili. Ecco allora che, “come una luce brillante alla fine del tunnel”, l’attore ha preso l’abitudine di nascondere il player della Mela morsicata nel bruttissimo box rassomigliante allo Zune color foglie morte, con il risultato di “non aver più perso nemmeno un iPod”.
Segno del fatto che anche “i membri più infimi della società” hanno un certo senso estetico o divertissement fantasioso sulla sostanziale differenza di posizioni tra Apple e Microsoft nel mercato dei lettori multimediali? Sia come sia, il weblog avverte infine che “Hide-a-Pod non è un prodotto reale. Causerà solo ridicolo al massimo grado se preso seriamente in considerazione”. Non c’è dubbio.
Alfonso Maruccia