Roma – Primi segni di cedimento dei dialer? A sentire quello che riferiscono a Punto Informatico i produttori sembrerebbe proprio di sì. La piaga degli ultimi anni (oggi ancora troppo viva e vegeta) potrebbe effettivamente aver intrapreso la sua parabola discendente . I promotori del malefico software indicano le cause del “prossimo declino” nel “fuoco incrociato di legge e forze dell’ordine”, nelle “campagne dei media”, nella “diffidenza delle persone” e nei nuovi metodi di pagamento “a valore aggiunto” più semplici e sbrigativi. Infine, il grosso incremento della ADSL sta mettendo di fatto fuori gioco i programmi autoinstallanti che, comunque la si voglia vedere, sono ben poco rispettosi della netiquette.
I navigatori dial up sono sempre di meno e questo ovviamente assottiglia le potenzialità di un mercato che da sempre ha giocato subdolamente: oggi, infatti, i navigatori con ADSL benché corrano gli stessi rischi di rimanere vittima di un dialer, sono pressoché immuni agli effetti peggiori (la chiamata non voluta) ma non ai malfunzionamenti del pc.
Se queste sono le premesse, lo stesso mercato sta operando la sua selezione naturale: i truffatori in questo campo sarebbero ogni giorno di meno ed i produttori più versatili stanno elaborando nuove “vie di fuga” proponendo sempre nuovi mezzi per aumentare il valore aggiunto. Per accedere a siti e servizi dedicati sembrano funzionare il pagamento voce a tariffa fissa (3, 5 e 10.33 euro più Iva: si chiama l’899 per avere la password temporanea), pagamento con carta di credito (la si utilizza più volentieri se è ricaricabile e si vende anche nelle ricevitorie Sisal), Paypal o gli SMS premium (che macinano cifre a pochi zeri e giudicate “misere”). Fioriscono e proliferano comunque altri metodi “facili” come il pay per click, i programmi di affiliazione (catene di Sant’Antonio per mezzo del pay per lead ed il pay per sales).
Le ditte contattate da PI riferiscono di dedicare ai dialer ormai non più del 20 per cento delle proprie energie di sviluppo: il grosso dei loro introiti dunque arriva ora da altre fonti . Tuttavia tutti i produttori continuano la loro pubblicità e moltissimi siti ne fanno ancora uso: sono circa una trentina i contenuti premium che si affidano per lo più all’899 e possono essere riassunti approssimativamente in siti dedicati alle ricette, loghi e suonerie, meteo, barzellette, giochi, grafica e download di vario genere. Il porno , sempre secondo i fornitori del software, avrebbe per la gran parte già abbandonato i dialer favorendo altri metodi di pagamento.
Se è vero, allora, che qualcosa sta cambiando, è altrettanto vero che tutto avviene nella totale assenza e latitanza del Legislatore (che non ha mai brillato in prontezza) lasciando quel vuoto normativo -che ha giocato a favore dei truffatori- perfettamente intatto. E il regolamento promesso sulla materia dal Ministero delle comunicazioni è stato accantonato.
Ma ecco cosa hanno detto gli operatori del settore a Punto Informatico.
“Sono ormai due anni che il mercato dei dialer si va assottigliando – spiega a Punto Informatico Paolo Tinarelli di New Dial spa – ormai ha tutti contro e lo bersagliano, a ragione. Sono cambiate radicalmente le condizioni ed i presupposti ed è per questo che, per me, il futuro vedrà sempre più forme integrate tra dialer e pagamento voce. Non credo nel futuro della carta di credito che da noi ha sempre stentato a decollare. Diciamo che ormai la nostra azienda si sta dedicando per la maggior parte a progetti nuovi. Quello che noto – continua Tinarelli – è che non c’è ancora una diffusa e corretta informazione e preparazione -anche da parte degli enti-? mi spiego così per esempio le archiviazioni della maggior parte delle inchieste . Anche perché la legge non era specifica ed il codice penale non poteva dare risposte esaurienti. Credo sia, però, ancora necessario – per mettere fine definitivamente a strumentalizzazioni e comportamenti illeciti- un regolamento in materia. Anche noi – conclude il responsabile di Newdial – eravamo stati chiamati dal Ministero, insieme alle associazioni di consumatori, per la redazione del codice di regolamentazione. Poi però nessuno ci ha fatto sapere più nulla e penso che l’iniziativa si sia conclusa in una bolla di sapone”.
Infotelservizi è stata una fra le prime ditte a rilasciare i fast-dialer, quelli che permettono di collegarsi alla numerazione speciale senza bisogno di scaricare il software sul desktop e con un solo click. Luca Zolesi, responsabile della ditta, ammette che ” gli improvvisatori ci sono , purtroppo. Come in tutti i settori di business in crescita, anche in questo campo si sono affacciati migliaia di operatori pronti a sfruttare eventuali opportunità. Il tempo, la qualità del servizio, la soddisfazione degli utenti, stanno operando la naturale selezione a vantaggio del mercato. Da subito abbiamo capito che bisognava mettere un po’ di ordine nella gestione dei siti a pagamento, per non ricadere nella stessa rete di chi, con questi servizi, stava operando in maniera poco ortodossa grazie ad una normativa non chiara. A questo scopo abbiamo messo a punto il nostro dialer”.
A Mcdial sono più schivi e sparano a zero anche sull’attività del Governo che avrebbe operato scelte sbagliate sulla materia e che, in qualche modo, sarebbe anche fautore di una “disinformazione sulle carte di credito”. Dente avvelenato anche con i “concorrenti non corretti che, se non fosse stato per il 709, non avrebbero mai fatturato milioni di euro sulla pelle degli utenti”.
Più schietto Dario Filizzola, 24 anni, titolare della Darfil . “Non c’è più mercato con i dialer – dice – la legge, le trasmissioni televisive, la diffidenza della gente ha fatto morire per sempre questa opportunità che doveva, secondo me, essere giocata in maniera diversa e senza farsi prendere la mano. In Francia per esempio i dialer sono legali perché hanno tariffe più economiche ed i webmaster guadagnano sulla quantità. Noi, in Italia, abbiamo preferito i metodi scorretti e ci siamo dati la zappa sui piedi: i delinquenti e gli onesti che ora non possono più lavorare. Oggi ho abbandonato quel campo e mi sono buttato sulla promozione dei siti: il guadagno è buono ma si fatica molto di più”.
Alessandro Biancardi