L’evoluzione del progetto Chrome ben descrive la strategia e l’approccio adottati da Google per tutto quanto concerne l’ambito Web: nato dieci anni fa come browser per la navigazione alternativo a Internet Explorer e Firefox, ha poi esteso col passare del tempo il proprio raggio d’azione, fino ad arrivare a costituire un vero e proprio ecosistema hardware e software.
Dieci anni di Chrome
L’intenzione del gruppo di Mountain View è stata inizialmente quella di offrire un applicativo open source per la connessione a siti e portali. Particolare la modalità di presentazione: con un fumetto che in modo quasi profetico vedeva una linea temporale aprirsi nel 2008 e proiettarsi in avanti, verso il futuro, senza fine.
Proposto da bigG in un primo momento solo su piattaforma Windows, ha fatto poi il suo debutto l’anno successivo su computer Mac e Linux completando così la propria offerta desktop, per poi raggiungere più avanti l’universo mobile con le versioni Android e iOS. Oggi il logo rotondo e colorato che lo contraddistingue trova posto sui device della linea Chromebook così come su quelli Chromecast dedicati all’intrattenimento domestico.
La capillare diffusione del browser Chrome è dovuta in buona parte alla scelta di abbracciare fin da subito e in modo rigoroso (spesso a differenza dei competitor) gli standard in termini di rendering delle pagine, spingendo verso l’adozione di protocolli e tecnologie universali, a beneficio dell’utente finale: HTML5 e HTTPS su tutti. Comparso in un’epoca che ancora vedeva parecchi webmaster e webdesigner strutturare la concezione dei loro layout a colpi di <table>, Chrome a modo suo ha contribuito alla transizione verso l’era del design responsive, in un’ottica lungimirante e sostenibile dal punto di vista della fruizione dei contenuti.
Le ragioni del successo
Uno store controllato e certificato per la distribuzione delle estensioni, la gestione indipendente delle schede per azzerare o quantomeno ridurre i crash e i continui interventi di Google sull’engine hanno fatto il resto. Oggi Chrome detiene la fetta più grande della torta se si prende in considerazione il market share tra i browser: circa 65% su desktop e 61% su mobile a livello globale (fonte Net MarketShare).
La compatibilità con le applicazioni Android per il sistema operativo Chrome OS e l’apertura della piattaforma nei confronti del mondo Linux con il supporto all’esecuzione di software nativo annunciata a maggio costituiscono gli step più recenti di quel percorso d’evoluzione accennato in apertura. A dieci anni di distanza dall’esordio Chrome sembra aver raggiunto e superato il suo principale e iniziale obiettivo, quello di dare uno scossone all’ambito della navigazione online, spingendosi ben oltre i suoi confini.
Definirlo semplicemente un browser, una finestra proiettata sul Web, è oggi quantomeno riduttivo. La storia di Chrome è inevitabilmente e indissolubilmente legata a quella di Google e del prodotto/servizio che ancora oggi meglio descrive l’identità del gruppo, il motore di ricerca. Da questa compenetrazione prendono vita iniziative messe in campo al fine di accelerare un processo di sviluppo che mette al centro l’esperienza dell’utente finale, individuando nella velocità di accesso alle informazioni un valore aggiunto e una discriminante per il posizionamento nelle SERP, come testimonia l’iniziativa Accelerated Mobile Pages.
La sicurezza è un altro dei pilastri che reggono il progetto: sempre attraverso l’arma dell’indicizzazione, Google ha spinto e continua a spingere l’adozione di HTTPS per far sì che il passaggio di informazioni dal client al server (e viceversa) avvenga in modo cifrato, evitando che i dati possano essere in qualche modo intercettati da soggetti terzi. In altre parole, la storia di Chrome e il suo percorso si sono fin qui intrecciati agli step evolutivi che hanno interessato e stanno interessando l’universo online, talvolta imponendone il progresso, talvolta abbracciandolo.
I competitor
La concorrenza non sta però a guardare. Microsoft ha provato a rispondere trasformando il suo Internet Explorer nel progetto Edge, mai davvero capace di recuperare il terreno perduto. Mozilla ha ridato vita a Firefox ottenendo un feedback positivo. Apple e Safari continuano a mantenere una buona quota in territorio macOS e iOS. Impossibile prevedere cosa accadrà nel prossimo decennio, troppi i fattori da considerare e troppo elevato il grado di imprevedibilità di un contesto in continua evoluzione come quello Web. Oggi Chrome è pressoché onnipresente e Google legittimamente ne celebra il successo.