Come passa il tempo: sono trascorsi dieci anni esatti da quel 13 marzo 2013 in cui il gruppo di Mountain View, attraverso un blogpost dedicato alle pulizie di primavera, annunciò la chiusura di Google Reader. Il motivo? L’utilizzo in declino, conseguente a un cambiamento progressivo nelle modalità di fruizione dei contenuti online, complice anche l’ascesa dei social network.
10 marzo 2013: Google annuncia la chiusura di Reader
A ben poco sono valsi gli appelli, le petizioni e le proteste: dall’1 luglio successivo, la piattaforma ha smesso di funzionare, per sempre, lasciando coloro ancora fedeli ai feed RSS abbandonati a loro stessi e alle alternative disponibili.
All’epoca, con tutta probabilità, bigG non ha immaginato l’impatto della notizia, tanto da comunicarla come parte di un semplice elenco puntato relativo alla chiusura di servizi quali Building Maker dedicato alla realizzazione di modelli 3D per Earth e Maps e la Voice App per Blackberry. Il taglio interessò anche la versione desktop di Snapseed (ancora oggi parecchio popolare su smartphone e tablet), per la quale furono da lì in poi interrotti gli aggiornamenti.
Il gruppo di Mountain View ha lanciato Google Reader nel lontano 2007, più precisamente il 7 ottobre, dopo alcuni mesi di sviluppo. L’idea originale è del creatore Chris Wetherell, software engineer che già all’inizio del decennio aveva iniziato a lavorare su un progetto simile battezzato JavaCollect.
Tra le molte petizioni organizzate all’epoca della chiusura per convincere bigG a cambiare idea, una in particolare ospitata da Change.org (Keep Google Reader Running) riuscì a raccogliere oltre 154.000 firme. Uno sforzo collettivo che, come già scritto, si risolse comunque in un nulla di fatto.
La dismissione di tool e strumenti è una costante per la società. Tra le ultime cancellazioni troviamo Cleanup Tool del browser Chrome e Grasshopper, annunciate solo pochi giorni fa.