Può il principio dell’imprevedibilità trasformarsi nel migliore alleato delle forze di polizia preposte al controllo degli aeroporti USA ? Secondo l’opinione del Teamcore Research Group , dell’Università della California del Sud, sicuramente sì. Sponsorizzato dal Department of Homeland Security statunitense, il team ha lavorato alla realizzazione di un sistema di gestione della sicurezza e delle emergenze randomizzato . Destinato a sfuggire alle capacità previsionali di eventuali nemici dello stato. Il suo primo terreno applicativo e all’aeroporto di Los Angeles.
Assistant for Randomized Monitoring over Routes (o ARMOR), questo il nome del progetto, è un software che tiene traccia di tutte le posizioni in cui avvengono controlli di routine ai passeggeri, ispezioni a sorpresa dei veicoli con il supporto, eventuale, del fiuto dei cani. In caso di possibili allarmi per attentati terroristici, le forze dell’ordine inseriscono i dati sugli obiettivi e il livello di rischio: il software li analizza e il risultato è una lista di probabili luoghi in cui andare a individuare le minacce estratta con un calcolo probabilistico basato su algoritmi matematici appositi.
Uno dei vantaggi di ARMOR sarebbe la sua apparente impermeabilità a eventuali attacchi di cracking e compromissione : anche qualora i terroristi riuscissero a mettere le mani sul sistema non potrebbero comunque a ricavarne il proverbiale ragno dal buco. “Persino se ottenessero il software e tutti gli input – sostiene Tambe – sarebbe come lanciare 50 dadi e voler prevedere la combinazione con cui mostreranno le facce”.
La sicurezza dovrebbe insomma aumentare, e ARMOR servire a rispondere con maggiore efficacia – e in sostanza ad armi pari – all’imprevedibilità dell’agire dei terroristi . Il sistema è stato finora testato su un periodo di trial di sei mesi presso il Los Angeles International Airport (LAX), e gli ufficiali sono stati soddisfatti del risultato al punto da aver autorizzato l’installazione permanente del software nella struttura.
“Quello che l’aeroporto stava facendo non era realmente statisticamente casuale; semplicemente si mischiavano le cose insieme” ha dichiarato il professor Milind Tambe, il professore della UCS che è uno dei principali artefici di ARMOR. “Quello che hanno adesso è una reale randomizzazione sistematica” continua Tambe, la cui collaborazione con Praveen Paruchuri ha portato infine allo sviluppo del codice alla base del sistema.
Le possibilità offerte da ARMOR sembrano attirare le dovute attenzioni da parte degli specialisti della security USA in epoca Bush jr., e, secondo quanto afferma il professor Tambe, nuovi soggetti interessati si sono fatti avanti inclusi altri aeroporti, agenzie governative e società private.
Alfonso Maruccia