Digital Markets Act: prima multa per Apple?

Digital Markets Act: prima multa per Apple?

Secondo Bloomberg, la Commissione europea comunicherà entro fine mese la multa inflitta ad Apple per la violazione del Digital Markets Act.
Digital Markets Act: prima multa per Apple?
Secondo Bloomberg, la Commissione europea comunicherà entro fine mese la multa inflitta ad Apple per la violazione del Digital Markets Act.

Secondo le fonti di Bloomberg, Apple sarà il primo gatekeeper a ricevere una multa dalla Commissione europea per la violazione del Digital Markets Act (DMA). La sanzione verrà inflitta al termine dell’indagine avviata a fine marzo sulla cosiddetta clausola anti-steering. L’azienda di Cupertino è stata già multata per lo stesso motivo, in seguito alla denuncia presentata da Spotify.

Sanzione miliardaria per Apple?

Apple deve rispettare il DMA con iOS, iPadOS, App Store e Safari, in quanto è dominante nei rispettivi mercati (gatekeeper). In base ai risultati preliminari dell’indagine, pubblicati a fine giugno, l’azienda di Cupertino non consente liberamente agli sviluppatori di indicare i prezzi o promuovere le offerte disponibili su canali di distribuzione alternativi (clausola anti-steering).

Apple permette di inserire link al sito esterno nelle app, ma la procedura è soggetta a numerose restrizioni. Infine, la commissione imposta agli sviluppatori è superiore a quella realmente necessaria. Secondo le fonti di Bloomberg, la multa verrà comunicata entro fine mese, prima che Margrethe Vestager (commissaria per la concorrenza) lascerà l’ufficio.

In base al DMA, la sanzione massima è pari al 10% delle entrate globali annuali. La percentuale sale al 20% in caso di violazioni ripetute. Considerando le entrate del 2023, la multa potrebbe arrivare (teoricamente) a circa 35 miliardi di euro. Quasi certamente verrà presentato appello, come già fatto per la multa di 1,84 miliardi di euro inflitta all’inizio di marzo.

La Commissione europea ha avviato altre indagini relative alle scelte degli utenti (browser predefinito, rimozione delle app preinstallate), alle nuove condizioni contrattuali per gli sviluppatori (con la famigerata Core Technology Fee) e all’interoperabilità.

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il
6 nov 2024
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