Come anticipato nella giornata di ieri, dopo il via libera da Bruxelles arrivato a gennaio, sul Digital Services Act si registra anche la stretta di mano tra il Consiglio Europeo e il Parlamento Europeo. La legge, una volta in vigore, imporrà ai colossi del mondo online e tecnologico di rispettare una serie di regole ben precise. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere Internet uno spazio più sicuro per i cittadini del vecchio continente.
Oggi è stato compiuto un passo importante, con l’accordo politico provvisorio sul Digital Services Act (DSA) tra il Consiglio e il Parlamento Europeo.
Digital Services Act (DSA): c’è l’accordo, avanti tutta
Il principio su cui si basa il DSA è al tempo stesso semplice e una dichiarazione d’intenti potenzialmente in grado di cambiare lo scenario attuale: ciò che è illegale offline dev’essere illegale online
. Così l’Europa vuol contrastare con ogni arma possibile la diffusione di contenuti illegali e garantire la tutela dei diritti fondamentali degli utenti.
Ne saranno interessate tutte quelle realtà che erogano i loro servizi all’interno del territorio europeo: i social network in primis, chiamati a implementare strumenti e linee guida in grado di tenere lontane hate speech e disinformazione, ma non solo.
Gli obblighi introdotti sono proporzionati alla natura dei servizi e adeguati al numero degli utenti. Ciò significa che le piattaforme online molto grandi e i motori di ricerca molto grandi saranno soggetti ai requisiti più stringenti.
In queste due categorie, VLOPs (very large online platforms) e VLOSEs (very large search engines) rientreranno le i servizi con oltre 45 milioni di utenti attivi nell’Unione Europea. Faranno parzialmente eccezione solamente le startup e le imprese medio o piccole, così da non frenarne la loro crescita.
Il Digital Services Act interverrà su una moltitudine di ambiti, inclusi i marketplace online (e-commerce) e gli algoritmi che regolano la profilazione degli utenti e l’erogazione di contenuti mirati sulla base delle loro preferenze personali. Previsto anche un giro di vite nei confronti dell’utilizzo dei dati personali appartenenti ai minori per finalità di marketing.
La supervisione necessaria per garantire il rispetto di quanto previsto sarà europea, con la collaborazione attiva degli stati membri. In caso di mancata conformità, sono previste sanzioni molto pesanti.