Da ieri è applicabile la legge sui servizi digitali. Le aziende che gestiscono piattaforme e motori di ricerca di grandi dimensioni (VLOP e VLOSE) devono rispettare una serie di obblighi e divieti per evitare sanzioni e, in casi estremi, il ban dall’Europa. Alcune Big Tech hanno già implementato varie misure relative a trasparenza, moderazione e pubblicità. Altre sono in ritardo, mentre Amazon e Zalando hanno contestato la designazione di VLOP.
Digital Services Act: e adesso che succede?
Il Digital Services Act (DSA) impone alle piattaforme di rimuovere post e pagine con prodotti e servizi illegali, pericolosi o contraffatti. La legge vieta le inserzioni rivolte ai minori e quelle che sfruttano particolari dati personali, tra cui etnia, opinioni politiche, religione e orientamento sessuale.
Gli utenti devono essere informati sulle policy di moderazione e possono contestare eventuali azioni, come la cancellazione dei contenuti o la sospensione dell’account. Le piattaforme devono inoltre consentire la disattivazione dell’algoritmo dei suggerimenti, ovvero la visualizzazione dei contenuti personalizzati in base all’attività online (tracciamento). Il DSA impone anche di attuare misure efficaci contro la disinformazione.
Today, the Digital Services Act — #DSA — becomes legally enforceable for Very Large Online Platforms & Search Engines.
These systemic platforms play a very important role in our daily lives — so it was time for the EU to set our own rules.
A safer Internet for everyone 🇪🇺 pic.twitter.com/fGPCERx5mW
— Thierry Breton (@ThierryBreton) August 25, 2023
A fine aprile sono state designate le 17 VLOP e i due VLOSE (almeno 45 milioni di utenti attivi al mese). Queste sono le piattaforme e i motori di ricerca che devono rispettare la legge dal 25 agosto. Per quelle di minori dimensioni, la scadenza è il 17 febbraio 2024.
TikTok ha annunciato la possibilità di disattivare l’algoritmo dei suggerimenti e il blocco delle inserzioni personalizzate per gli utenti con età compresa tra 13 e 17 anni. Opzione simile verrà introdotta da Meta per Storie, Reels e ricerca su Facebook e Instagram. I contenuti verranno mostrati in ordine cronologico inverso.
Google ha invece migliorato la trasparenza sulle inserzioni pubblicitarie e le azioni di moderazione. Infine, YouTube ha disattivato i suggerimenti per i video per gli utenti che non hanno attivato la cronologia di visualizzazione.
Le piattaforme e i motori di ricerca di grandi dimensioni che non rispetteranno le regole potranno ricevere una multa fino al 6% delle entrate globali. In casi estremi (ripetute violazioni), la Commissione europea potrà chiedere ad un tribunale la sospensione temporanea del servizio.