L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) ha annunciato oggi al termine di un incontro andato in scena a Parigi che i rappresentati di 137 paesi da tutto il mondo sono d’accordo sull’esigenza di scrivere una Digital Tax che si possa applicare a livello globale. I lavori prenderanno il via presumibilmente entro i prossimi mesi.
Una Digital Tax uguale per tutti: 137 paesi d’accordo
Parte direttamente interessata gli Stati Uniti dove hanno sede colossi come Amazon, Facebook e Google che fino ad oggi hanno sostanzialmente beneficiato di un vuoto legislativo tale da consentir loro di versare le imposte in territori con regime fiscale particolarmente vantaggioso. Un approccio di questo tipo al problema, unificato e condiviso, archivierebbe le proposte già avanzate da alcune nazioni come Francia, Repubblica Ceca e Italia. Queste le parole di Pascal Saint-Amans dell’OECD.
Ci si sta muovendo rapidamente poiché c’è in gioco una importante guerra commerciale. È ciò che vediamo quotidianamente con l’interazione tra la Francia e gli Stati Uniti o tra gli USA e altre nazioni che hanno dichiarato di voler lanciare una propria tassa sui servizi digitali.
Immaginiamo che quello che porterà alla definizione di una normativa non sarà un percorso breve né privo di tensioni o attriti. Bisognerà fare i conti non solo con gli USA, ma anche con paesi come l’Irlanda (prendendo in considerazione l’Europa) che proprio in virtù dell’applicazione di imposte contenute hanno fino ad oggi attratto le sedi legali dei grandi gruppi d’oltreoceano, talvolta lasciando a bocca asciutta gli altri territori continentali o costringendo il Fisco di ognuno di loro a cercare e trovare un accordo con le singole aziende per mettere fine ai contenziosi.