Si parla sempre al condizionale, ma sembra che il cronoprogamma del nuovo digitale terrestre non verrà rispettato proprio nella sua ultima tappa. Secondo quanto dichiarato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, all’epoca Ministero dello Sviluppo Economico, il passaggio definitivo allo standard DVB-T2 sarebbe dovuto avvenire a gennaio 2023.
In Italia, per consentire un uso più efficiente dello spettro a fronte della liberazione della banda 700 MHz, conclusasi il 30 giugno 2022, è stata disposta, a partire da gennaio 2023, l’attivazione dello standard trasmissivo DVBT-2 a livello nazionale. Dopo l’attivazione di tale standard non sarà più possibile la ricezione delle trasmissioni televisive se non con apparecchi di nuova generazione e che supportino lo standard DVBT-2 HEVC-10, oppure, se acquistati prima del dicembre 2018, resi idonei alla ricezione da apposito decoder.
Di contro, stando a indiscrezioni di addetti ai lavori pare che lo switch off definitivo del digitale terrestre potrebbe slittare al 2024. Si parla addirittura di un ritardo pari a un anno. Effettivamente, fino ad oggi – siamo già a metà gennaio 2023 – il Ministero delle Imprese e del Made in Italy non ha ancora comunicato una data ufficiale.
Il passaggio epocale al nuovo standard televisivo DVB-T2 – HEVC Main 10 sembra quindi tardare. Quali sono i motivi principali? Sempre voci interne hanno spiegato anche questo. Come dicevamo all’inizio, lo specifichiamo di nuovo, si tratta di ipotesi che potrebbero cambiare da un momento all’altro.
Digitale terrestre: perché lo switch off potrebbe tardare al 2024
Uno dei motivi secondo cui lo switch off sarebbe in ritardo riguarda la situazione economica degli italiani. Un po’ per pigrizia e un po’ di più per i costanti aumenti, molte famiglie italiane non si sono ancora adeguate al nuovo digitale terrestre. Su Amazon ci sono tante offerte di ottimi decoder a pochi soldi. Ad esempio il Nokia Terrestrial Receiver 6000 a soli 21 euro.
Un altro motivo riguarda le continue segnalazioni di strutture non idonee alla ricezione del nuovo standard trasmissivo. Ancora tante aree abitate in Italia si trovano in difficoltà perché i ripetitori non sono aggiornabili alla nuova tecnologia.
Si tratta di una situazione tanto urgente quanto impegnativa. Proprio per questo motivo diverse associazioni in difesa dei consumatori hanno avviato una diffida al Canone Rai per malfunzionamento del digitale terrestre. La “rivolta” nasce dal fatto che in diverse zone, anche di città importanti, non si vedono i canali Rai.
Si spera che la situazione possa migliorare in tal senso. Inoltre, molti auspicano che a breve il nuovo Governo Meloni decida di finanziare altri Bonus TV così da facilitare le famiglie più in difficoltà ad acquistare un nuovo televisore o decoder di ultima generazione.