La Direttiva Copyright è stata definitivamente approvata dal Parlamento Europeo. Mesi di discussioni e accuse incrociate sono sfociate nel dibattito di questa mattina e quindi nel voto che chiude la diatriba.
Riforma copyright: approvata
348 voti favorevoli, 274 voti contrari e 36 astensioni mettono la firma sul testo approvato, comprensivo dei famigerati articoli 11 e 13: la riforma europea del copyright è cosa fatta.
#Copyright • Splende il sole sulla comunità creativa europea: la Direttiva che protegge l'industria culturale nell'era digitale è appena stata approvata. Grazie a tutti i parlamentari che hanno scelto l'equa remunerazione per gli artisti! 👏#Yes2Copyright pic.twitter.com/5X3irzx0Ne
— FIMI (@FIMI_IT) March 26, 2019
Un passaggio di grande interesse è infatti quello immediatamente antecedente il voto finale, poiché per soli cinque voti (ossia per la scelta di appena tre parlamentari che avrebbero potuto cambiare gli esiti dell’iter) non si è potuto procedere alla valutazione di singoli emendamenti: questa procedura avrebbe potuto mettere in discussione #linktax e #uploadfilter, ossia i due punti cardinali attorno a cui si è sviluppata la protesta in questi mesi.
Voting on individual amendments (like the proposal to delete #Article13) was rejected by a majority of just 5 votes. #SaveYourInternet pic.twitter.com/RprPoiH3dZ
— Felix Reda (@Senficon) March 26, 2019
Una volta dribblato l’estremo ostacolo, per il Parlamento Europeo la strada si è fatta in discesa. La battaglia #saveyourinternet si esaurisce in questo voto ed il Parlamento Europeo può esultare per la vittoria dopo il difficile braccio di ferro. Va ricordato come a fine maggio ci saranno nuove elezioni europee e con ogni probabilità gli equilibri politici del prossimo Parlamento saranno ridisegnati: rimettere in discussione il tema sarà dovere dei fieri oppositori alla Riforma che si ricandideranno, ma a questo punto sarà complesso incardinare un procedimento che possa smussare gli angoli di una riforma che gli stessi europarlamentari favorevoli hanno definito “imperfetta”. Questione, in ogni caso, che riguarderà il prossimo mandato.
Tra le maglie di questa imperfezione e dell’interpretazione che verrà data alle normative si svilupperanno le opportunità e i pericoli dell’applicazione di questo nuovo modo di orientare gli equilibri tra industria del copyright e grandi piattaforme.
La direttiva mira ad aumentare le possibilità dei titolari dei diritti, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori (creativi) e editori di notizie, di negoziare accordi migliori sulla remunerazione derivata dall’utilizzo delle loro opere presenti sulle piattaforme Internet. Le piattaforme Internet saranno direttamente responsabili dei contenuti caricati sul loro sito, dando automaticamente agli editori di notizie il diritto di negoziare accordi per conto dei giornalisti sulle informazioni utilizzate dagli aggregatori di notizie.
Le prime a dover valutare la situazione saranno queste ultime: in tempi non sospetti Google considerava insostenibile il modello YouTube sotto l’ombra della nuova Direttiva, dunque ora sarà il tempo a raccontare come e se Mountain View interverrà per rispettare i nuovi paradigmi e per rimodulare i propri rapporti con i contenuti e con gli upload. Tra i diretti interessati anche Wikipedia, la cui battaglia contro la Direttiva ha sempre visto Wikimedia Italia in prima fila.
Nonostante i nostri sforzi e le proteste della comunità di #Wikipedia, di tantissime associazioni e di milioni di cittadini, la direttiva #copyright è stata approvata da @Europarl_IT. Grazie a chi ci ha aiutato a cercare di ribaltare un risultato che era segnato #SaveYourInternet pic.twitter.com/peVz7Bv6A7
— Wikimedia Italia (@WikimediaItalia) March 26, 2019
Le dichiarazioni di Antonio Tajani
Protagonista della battaglia a favore della Direttiva, il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani festeggia l’approvazione con queste parole:
Con il voto di oggi il Parlamento europeo dà il via libera definitivo alla nuova direttiva per la protezione del diritto d’autore. Questo Parlamento ha dimostrato la sua determinazione a proteggere e valorizzare l’inestimabile patrimonio di cultura e creatività europeo. La nostra Unione potrà così beneficiare di regole moderne ed eque per la tutela dei diritti d’autore per il più grande mercato digitale al mondo. […]
Il Parlamento ha scelto di mettere fine all’attuale far-west digitale, stabilendo regole moderne e al passo con lo sviluppo delle tecnologie. Queste regole permetteranno di proteggere efficacemente i nostri autori, giornalisti, designer, e tutti gli artisti europei, dai musicisti ai commediografi, dagli scrittori agli stilisti.
Fino ad oggi i giganti del web hanno potuto beneficiare dei contenuti creati in Europa pagando tasse irrisorie, trasferendo ingenti guadagni negli USA o in Cina. Con questa direttiva abbiamo riportato equità e fatto chiarezza, sottoponendo i giganti del web a regole analoghe a quelle a cui devono sottostare tutti gli altri attori economici. Abbiamo fornito ai detentori dei diritti d’autore gli strumenti per concludere accordi con le piattaforme digitali in modo da poter vedere riconosciuti i propri diritti sull’utilizzo del frutto della loro creatività. Abbiamo, inoltre, creato maggiore trasparenza e un meccanismo adeguato per la risoluzione delle controversie.
E chiude con le dovute garanzie e una mano tesa agli oppositori:
Libertà e responsabilità devono sempre andare insieme. Abbiamo adottato una riforma bilanciata, che non impone alcun filtro all’upload dei contenuti e prevede deroghe chiare per tutelare start-up, micro e piccole imprese. Le regole approvate, ad esempio, non limitano in alcun modo Wikipedia o la libertà di satira, né l’utilizzo di Meme. D’altra parte, le grandi piattaforme digitali avranno più responsabilità riguardo ai contenuti che violano i diritti d’autore e dovranno fare la loro parte per garantire il rispetto delle regole