Il Tribunal de Grande Instance di Parigi ha riconosciuto il diritto all’oblio per Max Mosley : Google France sarà costretta a rimuovere i link a nove immagini che il suo algoritmo restituiva per le ricerche corrispondenti al nome dell’ex patron della Federazione internazionale automobilistica, e a monitorare la situazione per i prossimi cinque anni.
Nelle foto incriminate l’uomo è ritratto in situazioni sadomasochista con cinque prostitute in divisa nazista: un momento privato che per natura, riferimenti ed importanza del protagonista ha generato scalpore, conquistato l’attenzione e che è finito per essere condiviso senza controllo sulla Rete, trasformando quelle istantanee tratte da un video pubblicato nel 2008 in un ricordo indelebile.
Per cercare di bloccarle Mosley ha avviato diverse cause legali: nel Regno Unito per diffamazione, in Francia per violazione della privacy.
La corte britannica ha condannato l’editore che aveva pubblicato tali immagini, News of the World (della News Corp), riconoscendo a Mosley 60mila sterline. Il tribunale francese, anche, ha deciso di dargli ragione e ha imposto a Google di rimuovere le immagini entro due mesi e di vigilare su possibili nuovi link simili per i prossimi cinque anni , pena un’ammenda di mille euro per ogni mancata applicazione constatata.
Certamente queste sono briciole per Mountain View, come l’euro che deve versare per i danni causati a Mosley e i cinquemila da corrispondere per le spese legali. Tuttavia, a dar fastidio a Google è il principio che passa, tanto che la responsabile del procedimento a Mountain View, Daphne Keller, parla di “una decisione che dovrebbe inquietare tutti coloro che difendono la libertà di espressione su Internet”. Più che di merito, d’altronde, il problema per Big G sembra essere di metodo: afferma di aver sempre provveduto a rimuovere i contenuti segnalati da Mosley, ma rifiuta di vedersi riconoscere un ruolo di sorvegliante sulle immagini che circolano online .
D’altra parte, anche la normativa europea in materia di responsabilità degli intermediari sembra andare nella direzione contraria, con una responsabilità che si genera solo in caso di mancata azione in seguito ad una denuncia circostanziata.
Discostandosi dalla direttiva sull’economia digitale, tuttavia, il tribunale francese sembra aver deciso di dare la precedenza al diritto alla privacy e all’aspetto del diritto all’oblio: mentre l’avvocato generale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea tende, al contrario, a diminuire le responsabilità di Google limitandone ulteriormente gli obblighi di intervento, la questione del diritto all’oblio è in continua evoluzione e Mountain View si trova sul banco degli imputati in Svezia , è già stata condannata in Brasile ed assolta nel Regno Unito .
In Francia l’azienda statunitense ha già dichiarato che farà ricorso: non sarà in ogni caso sospensivo della sentenza appena emessa, per cui il tribunale ha chiesto l’esecuzione provvisoria.
Claudio Tamburrino