Joe Biden, vicepresidente del “nuovo corso” di Barack Obama alla Casa Bianca, è da sempre uno che ha a cuore le esigenze del business dei contenuti e l’industria del copyright. Non stupisce dunque che, in pieno clima di cyber-warfare ed enforcement spinto del diritto d’autore in tutto il mondo , sia proprio Biden a organizzare una tavola rotonda tra fautori del business, organizzazioni di categoria, servizi segreti, polizia federale e governo lasciando fuori dalla porta chiunque altro.
Più in dettaglio all’evento “aperto” a tutta l’industria sono risultati invitati il Ministro della Giustizia Eric Holder, il Ministro degli Interni Janet Napolitano, Biden stesso, la zarina del copyright Victoria Espinel, i capi dell’FBI e dei servizi segreti assieme a rappresentati di MPAA, RIAA, News Corp, Universal Music, Walt Disney, Viacom, NBC, Sony Pictures, Warner Music Group e HarperCollins.
L’obiettivo di cotanto consesso era “Riunire tutti i soggetti interessati per discutere di come combattere la pirateria in questa era tecnologica in rapido cambiamento”. Al netto dell’interesse comune , delle esigenze dei provider e delle associazioni di pubblico e industria però, visto che questi soggetti – pur oggettivamente molto “interessati” all’argomento in discussione – non pare siano stati invitati al prestigioso convivio.
Al momento nulla si sa circa la discussione effettivamente avvenuta tra i partecipanti, né sull’adozione di protocolli di intesa o misure più o meno impegnative e certamente destinate a far discutere. Quello che appare certo è il disappunto di chi, come Public Knowledge , non sembra molto soddisfatta dell’esclusione dall’evento e del comportamento del governo nei confronti degli interessi particolari delle major.
“Siamo estremamente delusi di apprendere dell’incontro alla Casa Bianca incentrato sulla questione della proprietà intellettuale e della pirateria” ha detto Gigi Sohn di PK. “Non è chiaro – continua Sohn – perché tre ministri, svariati sottosegretari, il direttore dell’FBI e del Servizio Segreto debbano interessarsi delle preoccupazioni delle grandi corporazioni dei media, in particolare nell’industria cinematografica che si appresta a concludere un anno da record ai botteghini”.
Tanto più che, conclude PK, in quel meeting non c’è nessuno che possa rappresentare l’interesse di tutte quelle parti chiamate sempre in causa quando si discute di Internet, contenuti e pirateria.
Alfonso Maruccia