Redmond – Nel sempre più competitivo settore della distribuzione online dei contenuti, Microsoft decide di attaccare frontalmente Google Inc. per quello che a Redmond viene definito un approccio eccessivamente disinvolto alla questione del diritto d’autore .
Una sfida epica tra la società divenuta grande con il tradizionale modello di “software in scatola”, particolarmente gelosa del copyright sui suoi prodotti, e il provider nato come motore di ricerca e divenuto, attraverso un approccio open e gratuito nei confronti dell’utenza , punto di riferimento per la distribuzione di servizi e contenuti sul web.
Una differenza di visione sostanziale, più volte riaffermata dagli uomini chiave di Microsoft e che viene ora corroborata da una serie di considerazioni preparate da Thomas Rubin, curatore degli affari legali di BigM, e in via di trasmissione alla Association of American Publishers , AAP. Rubin sostiene che la crescita di Google come gestore di contenuti è avvenuta a spese dei produttori di film, video, software e libri .
La posizione di Microsoft richiama quella adottata dalle cinque case editoriali che hanno trascinato Mountain View in tribunale , con il beneplacito della stessa AAP, per il suo discusso Google Book Search . “Le società che non creano propri contenuti – tuona Rubin nel documento – e fanno soldi esclusivamente sulle spalle dei contenuti altrui, stanno rastrellando miliardi attraverso la raccolta dei ricavi pubblicitari e le IPO in borsa”.
Google Book Search, questa l’accusa, rende disponibili online i libri digitalizzati anche in assenza dell’autorizzazione da parte degli aventi diritto , e provvede all’eventuale rimozione solo su richiesta diretta dei suddetti. Un approccio che a Microsoft proprio non va, tanto da spingerla a comportarsi in maniera diametralmente opposta con il suo Live Search Books : l’anti-Book Search digitalizza esclusivamente le opere per cui ha ottenuto autorizzazioni preventive.
Lo stesso approccio Google lo tiene poi con i ben noti servizi di video sharing, rafforzatisi dopo l’acquisizione di YouTube: “Essenzialmente, Google sta dicendo a voi proprietari del diritto d’autore: ‘Abbiate fede in noi, siete protetti. Noi manterremo le copie digitali sicure, ne mostreremo solo frammenti, non vi danneggeremo e vi promuoveremo’”, dice Rubin. E intanto BigG accumula miliardi con la pubblicità e le operazioni finanziarie.
Google, per tutta risposta alla nuova offensiva del concorrente, fa spallucce e snocciola numeri : David Drummond, a capo della squadra di consulenti legali della società, dice che Google lavora con più di 10mila editori per mettere a disposizione la ricerca dei libri on-line, e ha recentemente stretto accordi con BBC e NBA per rafforzare lo status legale di YouTube. Il tutto condotto “rispettando le leggi internazionali sul copyright”, potendo vantare come risultati “maggior esposizione e in molti casi maggiori entrate per gli autori, gli editori e i produttori dei contenuti”.
Alfonso Maruccia