Era il 2012 quando la Guardia di Finanza di Venezia, su ordine del Giudice delle indagini preliminari di Parma, dava ordine ai provider italiani di procedere all’inibizione degli accessi di Filmgratis.tv e Scaricolibero.com e ai loro eventuali IP futuri. Il gestore del sito era stato accusato non solo di violazione della legge che tutela sul diritto d’autore, ma anche di ricettazione: per questo motivo il conto corrente associato al dominio era stato bloccato, sottoposto a sequestro. Il giovane della provincia di Parma ritenuto responsabile delle attività dei due siti ha ora patteggiato la propria pena con la giustizia.
All’epoca dei fatti la autorità avevano stimato che i siti raccogliessero una cifra che si aggirava intorno ai 220 euro al giorno in introiti pubblicitari : non una semplice attività di condivisione fra amatori, ma un business di tutto rispetto, che avrebbe permesso di racimolare oltre 137mila euro, frutto dell’attenzione degli oltre 270mila utenti registrati e dei netizen di passaggio. Il giovane aveva trasferito circa 48mila euro sul conto dei genitori che, pur essendo all’oscuro del funzionamento e delle dinamiche dell’attività online del figlio, erano stati egualmente accusati di ricettazione.
Il 23enne ha ora patteggiato: avrebbe dovuto scontare 1 anno e dieci mesi di carcere, mentre i genitori avrebbero dovuto scontare 11 mesi, se il giudice non avesse concesso la sospensione condizionale della pena.
Il caso risale al 2012, e l’Italia ha di recente mostrato l’intenzione di voler soffocare sul nascere questo tipo di attività: se da un lato la strada dell’enforcement della tutela del diritto d’autore si concentra sempre di più nel colpire servizi che operano guidati dai profitti generati dall’advertising (recente è il sequestro di cineteka.org e filmgratisonline.info ad opera del Tribunale di Roma), dall’altro sono gli stessi attori della Rete a collaborare per fare terra bruciata intorno alle violazioni del diritto d’autore improntate al business, come dovrà dimostrare di saper agire l’ accordo stipulato di recente tra i rappresentanti dell’industria del cinema e della musica e gli operatori dell’advertising di IAB.
Gaia Bottà