La proposta aveva raggiunto gli uffici di Altroconsumo : 5 pagine di un documento dal titolo “Disposizioni concernenti la diffusione telematica delle opere dell’ingegno”. Sotto forma di un disegno di legge, proponeva di attribuire oneri e responsabilità agli intermediari, proponeva di attribuire nuovi oneri e nuove responsabilità alla SIAE. Altroconsumo l’aveva resa pubblica , la rete si era mobilitata , nel giro di poche ore SIAE era intervenuta per smentire la paternità della proposta: lo stesso testo è ora comparso sulle pagine del sito dell’onorevole Luca Barbareschi (PDL).
La proposta , la numero 2188, è stata presentata da Barbareschi in Parlamento lo scorso 11 febbraio, è stata condivisa con i cittadini della rete nei giorni successivi. La proposta, spiegava Barbareschi nella relazione ai colleghi, scaturisce dalla necessità di confrontarsi con “lo sviluppo di nuove tecnologie e l’avvento della multimedialità”, che costituiscono “elementi di grande valore in una società moderna la cui economia è basata anche sul progresso e sull’innovazione tecnologica”, ma che al tempo stesso pongono “numerose problematiche legate soprattutto alla difficoltà di delimitare il campo d’azione dell’utilizzo dei nuovi sistemi di veicolazione del prodotto culturale, in primis le reti internet”. Internet, spiega Barbareschi, “sfugge molto spesso a ogni tipo di controllo”, la pirateria multimediale “costituisce oggi un fenomeno in forte ascesa, il cui trend negativo deve essere improcrastinabilmente bloccato”.
Barbareschi lascia parlare i dati della Federazione contro la pirateria musicale: “La quantità di file musicali scaricati abusivamente dal web si aggira intorno alle 1.300 unità per ogni personal computer che effettua l’accesso ai software del P2P, realizzando un fatturato complessivo pari ai 300 milioni di euro rispetto ai 266 milioni stimati per il mercato legale”. Per questo motivo Barbareschi segnala l’urgenza di arginare gli abusi, assicurando però di non voler rinunciare a garantire “la tutela delle libertà individuali, l’interesse pubblico e le esigenze del paese”.
La tattica che si intende perseguire con il progetto di legge è quella che si vorrebbe adottare oltralpe, “dove gli internauti che scaricano file ricevono degli avvertimenti che fungono da deterrente”: in Italia, così come nel resto del mondo , il modello francese solletica da qualche mese l’attenzione di innumerevoli attori dell’industria dei contenuti e della politica.
Il tutto, spiega l’onorevole, per “disciplinare la diffusione telematica delle opere dell’ingegno non attraverso una censura a 360 gradi del web, ma mediante una serie di disposizioni che offrano la possibilità di un nuovo sistema rispettoso dei principi e degli istituti del diritto d’autore, in osservanza dei trattati internazionali e delle direttive comunitarie in materia”. L’Europa, che già in passato si è espressa riguardo alle disposizioni previste dalla dottrina Sarkozy raccomandando estrema cautela , in queste ore sta procedendo alla seconda lettura del Pacchetto Telecom , determinante per l’avallo o la squalifica del modello francese.
Sono due le azioni in cui si dipana la strategia proposta da Barbareschi: contrasto e sensibilizzazione, da dispiegare creando una “forte e incisiva sinergia tra le istituzioni e le parti interessate”. Nell’equilibrio sinergico fra gli attori della rete, gli ISP sembrano giocare un ruolo fondamentale : verrà attribuita loro una maggiore responsabilità nell’ambito delle “attività di gestione e di controllo delle reti telematiche”.
Ma la repressione non è tutto: Barbareschi spiega che esiste l’urgenza di “rendere legittima e gratuita (per l’utente) la circolazione delle opere dell’ingegno nelle reti telematiche, con la realizzazione di nuove piattaforme telematiche per l’immissione e la fruizione legittime e gratuite di opere dell’ingegno nonché per la remunerazione adeguata e non simbolica dei titolari dei diritti d’autore”. A contribuire con il proprio sostegno anche economico sono i “prestatori di servizi”, che Barbareschi definisce come “internet provider, società di telecomunicazioni eccetera”: “oggi – spiega Barbareschi – si avvalgono dei contenuti ma non remunerano i titolari dei relativi diritti” e per questo motivo dovranno collaborare al sostentamento dei detentori dei diritti “attraverso introiti pubblicitari e di sponsorizzazione realizzati attraverso le piattaforme stesse”.
Ad amministrare il tutto sembra essere la SIAE : “È opportuno, poi, mantenere e accentuare il ruolo dell’ente pubblico Società italiana degli autori ed editori – annuncia Barbareschi – preposta proprio alla regolazione del mercato dell’utilizzazione economica dei diritti d’autore”.
Forse proprio in virtù delle responsabilità affidate alla SIAE si era ritenuto plausibile che la proposta di legge fosse diretta emanazione della collecting society, il cui ruolo rischia di assottigliarsi di affondo in affondo , tra mobilitazioni della politica italiana e pronunciamenti delle istituzioni europee.
Ma il testo della proposta è ospitato sui server del Parlamento, sul sito dell’onorevole Barbareschi. L’analisi giuridica del DDL dell’avvocato Guido Scorza pubblicata su queste pagine resta valida: dovrebbe essere sufficiente sostituire qualche soggetto.
Gaia Bottà