Non ci sono mezzi termini per descrivere i risultati dell’analisi del CNIPA sui progressi delle presenze web della pubblica amministrazione: i disabili non sono considerati, gli strumenti che utilizzano per accedere ad Internet, ai contenuti e ai servizi non sono presi in considerazione, le loro necessità sono semplicemente dimenticate dalla PA online.
Il CNIPA, il braccio informatico del Governo, ha condotto una rilevazione sulla presenza web delle amministrazioni pubbliche riscontrando, a molti anni dalla Legge Stanca sull’accessibilità dei siti web pubblici, che solo il 3 per cento dispone di siti web accessibili .
Ieri al Forum PA ne ha parlato l’esperto dell’organismo tecnico, Antonio De Vanna, che nel corso del convegno Accessibilità tra attuazione ed evoluzione ha spiegato che “sulle home page di 1.426 siti di Pubbliche Amministrazioni centrali, emerge che la conformità alle 9 caratteristiche analizzate, riconducibili a 8 dei 22 requisiti previsti dal DM 8 luglio 2005, è raggiunta solo dal 3 per cento del totale, con alcune amministrazioni la cui conformità raggiunge il 6 per cento”.
Sono passati quattro anni dal varo della Legge Stanca, ha sottolineato De Vanna, e “a circa tre anni dalla sua entrata in vigore non sono ancora soddisfacenti i risultati raggiunti su questo fronte dalla Pubblica Amministrazione Centrale e da quella Locale”.
La norma è in sé promossa a pieni voti, ha spiegato l’esperto del CNIPA, evidenziando come sia stata presa a modello a livello europeo. Il problema sta tutto nella lentezza del processo di attuazione ma anche nel mancato ricorso alle sanzioni : come a dire che molti siti delle PA violano la norma ma questo non ha conseguenze. Questi elementi, uniti alla “necessità di presidiare l’innovazione tecnologica e l’evoluzione del concetto di categoria svantaggiata – ha continuato De Vanna – ci spingono a riflettere su nuove azioni normative, culturali ed organizzative che diano nuovo slancio all’adeguamento da parte della Pubblica amministrazione e che consentano di raggiungere l’obiettivo fissato dalla Conferenza Ministeriale di Riga, ovvero la piena conformità di tutti i siti della Pubblica amministrazione entro il 2010”.
Il tempo non abbonda ma, secondo De Vanna, con un “maggior coinvolgimento della classe dirigente responsabile dei Sistemi Informatici, della Comunicazione e dell’Accessibilità” è possibile portare a casa il risultato. Per ora rimane il fatto che i molti servizi online della PA, pur tempestati dal ricorso ossessivo a piattaforme proprietarie e talvolta criticati perché scarsamente funzionati ed utili, sono accessibili perlopiù alla sola popolazione abile. Sul sito del CNIPA una sezione dedicata può consentire a tutte le amministrazioni, centrali e locali, di riscattare il proprio clamoroso ritardo, offrendo le linee guida per mettere in atto le misure necessarie a trasformare le proprie presenze su web. Altre info e riferimenti, oltreché sui numerosi siti di settore, si trovano su publiaccesso.gov.it .
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