Ieri si è concluso il primo switch off al nuovo digitale terrestre con il passaggio allo standard DVB-T2 per alcuni canali Rai. Un disastro per milioni di italiani che da oggi si trovano “castrati” nella visione dei programmi trasmessi da questi canali che ora vengono passati solamente tramite la nuova frequenza.
Una conseguenza preannunciata da tempo e quindi uno scenario che non dovrebbe stupire così tanto. Eppure i numeri ancora lasciano senza parole i più e fanno chiedere a molti se era il momento giusto per iniziare questo epocale passaggio. Vediamo i dati del rapporto Auditel Censis aggiornato a novembre 2023.
Secondo quanto registrato, in Italia si contano più di 43 milioni di apparecchi televisivi. Di questi solo il 52,4% sarebbe compatibile al digitale terrestre DVB-T2. Di conseguenza, il restante 47,6% non è in grado di ricevere i canali codificati con il nuovo standard HEVC Main 10.
Digitale Terrestre e DVB-T2: siamo proprio messi così male in Italia?
Leggendo i numeri del rapporto di Auditel Censis tout court in Italia sembriamo messi male. In realtà a famiglia, secondo gli esperti, si contano più televisori. Quindi si presume che, in molti casi, nonostante siano registrati apparecchi di vecchia generazione, ce ne sia almeno uno compatibile con il nuovo digitale terrestre DVB-T2.
Probabilmente il numero delle famiglie che non hanno proprio accesso ai canali passati al DVB-T2 senza simulcast al DVB-T ieri sono relativamente poche. Resta comunque il fatto che ci sono italiani che si perdono una buona fetta di programmazione e una televisione in alta definizione.
Oggi vengono venduti solo televisori compatibili al digitale terrestre DVB-T2, per legge dal 22 dicembre 2018. Inoltre, attualmente non sono disponibili bonus TV, ma solo l’iniziativa Decoder Gratis a Casa per tutti i cittadini che hanno compiuto i 70 anni e hanno un reddito pensionistico inferiore o uguale a 20mila euro.