Ieri è stato bloccato un dominio di Google Drive per circa sei ore, impedendo agli utenti di scaricare i file dal servizio di cloud storage. Questo disastro di Piracy Shield, che secondo qualcuno funziona perfettamente, ha causato pochi danni solo perché era un sabato pomeriggio. Il Codacons ha comunicato che domani presenterà un esposto per chiedere il sequestro della piattaforma.
Richieste di blocco non verificate
Il dominio bloccato, ovvero drive.usercontent.google.com
, appartiene alla CDN di Google. Non è noto quale titolare dei diritti d’autore ha caricato il ticket corrispondente su Piracy Shield (in pratica c’è una mancanza di trasparenza), ma leggendo il nome e facendo una veloce ricerca era possibile scoprire facilmente che non si trattava di un dominio usato per lo streaming illegale.
Il Codacons ha annunciato che domani presenterà un esposto alla Procura della Repubblica di Roma per chiedere l’avvio di un’indagine ed eventualmente il sequestro di Piracy Shield. Questo è il comunicato stampa ricevuto dalla redazione di DDay.it:
Quanto accaduto nella serata del 19 ottobre è gravissimo e rappresenta un precedente pericoloso a danno di una platea enorme di soggetti. Lo afferma il Codacons, intervenendo sul blocco di Google Drive da parte del sistema Piracy Shield. La lotta alla pirateria è una esigenza che condividiamo da sempre, considerato che il fenomeno produce un danno per la collettività portando a ingenti perdite economiche per le società interessate e a un rialzo delle tariffe a carico dei consumatori. Le misure di contrasto all’illegalità non possono tuttavia portare a incidenti come quello che ha interessato Google Drive, un servizio usato da una moltitudine di soggetti (utenti, aziende e professionisti), anche per motivi di studio e lavoro, e che ieri è rimasto bloccato per ore causando proteste e disagi. Per tale motivo presenteremo domani un esposto alla Procura della Repubblica di Roma affinché apra una indagine sul caso volta ad accertare possibili fattispecie penalmente rilevanti e le relative responsabilità, valutando al contempo il sequestro del sistema Piracy Shield se non in grado di scremare adeguatamente i siti da bloccare nell’ambito della lotta alla pirateria, poiché una tale circostanza rappresenterebbe una soluzione immensamente più grave del problema.
Sull’accaduto è arrivato inoltre il commento di Giovanni Zorzoni che aveva già criticato i due emendamenti approvati all’inizio di ottobre. Secondo il Presidente di AIIP, il blocco del dominio di Google è frutto di dilettantismo e improvvisazione. Zorzoni evidenzia anche un “doppiopesismo”. Il dominio di Google è stato sbloccato dopo poche ore, mentre quelli dei provider più piccoli rimangono bloccati per mesi.