Seagate, una delle principali aziende del settore storage, e prima nella costruzione di hard disk, sta vivendo un momento particolare come molte altre società del suo stesso settore. I dischi rigidi infatti stanno mutando forma e tecnologia rapidamente, dall’introduzione delle memorie flash alle innovazioni dei dischi ibridi, senza contare la questione sempre più pressante dello storing online come metodo di archiviazione. Di questo ed altro Punto Informatico ha parlato con Ian O ‘Leary , corporate communication director di Seagate per il settore Europa, Medio Oriente e Africa, di passaggio in Italia.
Punto Informatico: Dal punto di vista tecnologico abbiamo assistito ad una veloce evoluzione in questi ultimi anni, ed ora si punta ai dischi ibridi. Seagate intende seguire questa tecnologia oggi e in futuro?
Ian Ò Leary: Siamo arrivati ad offrire dischi tradizionali con capienze fino ad 1 terabyte, mentre gli ibridi oggi contengono tipicamente 256 MB di memoria flash. Quella delle memorie flash infatti è una tecnologia che raggiunti gli 8 o 16 GB diventa molto costosa e oggi la richiesta di spazio disco, da parte degli utenti desktop, è di almeno 400 GB. Per questo credo che in futuro vedremo le due tecnologie sempre più affiancate, anche perché mi sembra un’ottima soluzione.
PI: Quali vantaggi offrono gli hard disk ibridi?
IOL: Combinando dischi rigidi tradizionali con memorie flash si ottiene un accesso più veloce ai dati e un dispendio minore di energia, mantenendo alta la capacità di memorizzazione.
PI: Per questo li avete indirizzati quasi esclusivamente al settore laptop?
IOL: Sicuramente i notebook sono stati la prima applicazione a cui abbiamo pensato, ma non crediamo sia l’unica. Se si considera quanto il disco rigido incida sui consumi di un computer e quanto incidano altre parti, si capisce che il risparmio derivante dai dischi ibridi non è poi così grande. Mentre un altro vantaggio dei dischi ibridi è la robustezza: con un costo addizionale ridottissimo, infatti, i dischi ibridi permettono di recuperare i dati in modo più semplice ed efficace.
PI: Invece qual è la vostra opinione sui sistemi di cifratura dei dischi rigidi come la Trusted Mobile Platform ? I consumatori non sembrano gradirli molto.
IOL: Il furto di dati a seguito del furto di PC è un grosso problema per molte aziende: si tratta spesso di molte persone da contattare e da avvertire, perché i loro dati sono persi e potrebbero essere nelle mani di altre persone, e c’è un danno economico e di immagine incredibile. È impossibile non pensare di proteggerli.
PI: Ma non ci sono altre possibili soluzioni?
IOL: Sì, sono le soluzioni a livello di software. Ma hanno un impatto troppo grande sulle prestazioni.
PI: È vero che l’interfaccia PATA sta per essere sostituita definitivamente con quella SATA?
IOL : Continueremo a fornire supporto per l’interfaccia PATA finché i nostri clienti ce lo richiederanno, ma di sicuro il mercato va verso le interfacce SATA.
PI: E invece sul fronte dei formati, i drive da 2,5 pollici soppianteranno quelli da 3,5?
IOL: Penso di sì, perché la domanda va verso device sempre più piccoli, specialmente nel settore dell’elettronica di consumo. Ad ogni modo è chiaro che i dischi da 3,5 pollici rimarranno con noi ancora per molto tempo, specialmente perché a chi non interessa la dimensione i drive da 3,5 pollici possono offrire molta più capacità di memorizzazione.
PI: Quindi possiamo aspettarci l’emergere di formati ancora più ridotti?
IOL: Sì, stiamo lavorando in questa direzione. Stiamo costruendo anche dischi da 1 pollice. Tuttavia è un settore in cui la tecnologia flash è troppo più performante della nostra. Ma quando si sale sopra gli 1,8 pollici ecco che torniamo nuovamente competitivi potendo offrire molti più gigabyte ad un costo minore.
PI: Infine, dunque, dove sta andando il mercato? Verso i dischi a stato solido?
IOL: Nemmeno, almeno non a breve. È una tecnologia che richiede troppo tempo per diventare competitiva. Il futuro lo vedo ancora nelle unità di memoria esterne. Piano piano la gente realizzerà che ci sono dati importanti come quelli del lavoro, la cui perdita è grave ma non la fine del mondo, e dati con tutto un altro valore economico, come intere collezioni musicali in mp3 che costano più dei device con cui vengono riprodotte, o di elevatissimo valore sentimentale come le foto del compleanno di un figlio o altri tipi di ricordi che non possono essere persi. A questo punto cominceranno seriamente a preoccuparsi di fare diverse copie di backup.
A cura di Gabriele Niola
con la gentile collaborazione di Alessandro Del Rosso