Una sorprendente inversione di marcia suggerita dai vertici di una delle più agguerrite organizzazioni anti-pirateria in terra australiana. Sabiene Heindl, attuale general manager della Music Industry Piracy Investigations (MIPI), ha infatti sottolineato come la sospensione degli Internet account non sarà inclusa tra le misure legislative contro i cosiddetti scariconi della Rete.
Dichiarazioni che hanno certamente stupito, dopo la sfiancante battaglia intrapresa dai vertici della Australian Federation Against Copyright Theft (AFACT) contro alcuni provider locali. In particolare iiNet, accusato di trarre profitto dalle attività di scaricamento illecito dei suoi abbonati. L’ISP aussie avrebbe dunque dovuto espellere tutti quegli utenti colti in flagrante .
Le parole di Heindl hanno fatto notizia almeno per due motivi di fondo. Innanzitutto perché MIPI rappresenta gli interessi di dozzine di etichette in terra australiana, comprese le quattro grandi sorelle del disco . L’inversione di marcia dell’intera industria locale sembra dunque consequenziale al recente report consegnato alla Commissione delle Nazioni Unite, che ha di fatto condannato l’adozione globale di misure estreme anti-pirateria.
Il relatore speciale Frank La Rue, nell’analisi indipendente stilata a favore delle Nazioni Unite, ha infatti raccomandato a paesi come la Francia e il Regno Unito di modificare le attuali predisposizioni di legge a tutela del copyright. Adottando misure meno estreme – il riferimento è principalmente al regime dei cosiddetti three strikes – che tengano conto del diritto inalienabile di connessione alla Rete . I vertici di MIPI non hanno ovviamente escluso altre strategie per mitigare il fenomeno del P2P.
Una relazione che sembra aver già sortito i primi effetti in ambito internazionale. Il ministero per le Comunicazioni neozelandese sarebbe infatti pronto a rivedere le attuali predisposizioni di legge in materia di copyright . Si tratta anche qui di una marcia indietro , dopo la discussa introduzione della famigerata sezione 92A del Copyright (Infringing File Sharing) Amendment Bill .
Il Parlamento kiwi aveva approvato sanzioni pecuniarie fino a 15mila dollari neozelandesi (circa 9mila euro), dando la possibilità ai giudici del Copyright Tribunal di obbligare i vari ISP a sospendere gli account recidivi per un periodo massimo di 6 mesi . Le nuove misure dovrebbero entrare in vigore a partire dal prossimo settembre. La ghigliottina si incepperà ancora?
Mauro Vecchio