Il giro d’affari legato agli NFT, letteralmente esploso nel corso di quest’anno, ha spinto molte realtà che operano nei territori online e social a puntarvi nel nome della diversificazione del proprio business e con la volontà di generare profitti. Il discorso non vale però per Discord, che dopo aver preso in considerazione l’ipotesi ha preferito lasciar perdere.
No ai Non-Fungible Token, parola di CEO Discord
La conferma arriva direttamente dal CEO Jason Citron, attraverso un post affidato a Twitter, per placare i malcontenti manifestati da coloro che nei giorni scorsi avevano reagito alla possibile integrazione di un crypto wallet nel profilo della piattaforma. Non si trattava di un annuncio, bensì di un progetto interno alla community finalizzato a valutare la sperimentazione di nuove funzionalità.
Thanks for all the perspectives everyone. We have no current plans to ship this internal concept. For now we're focused on protecting users from spam, scams and fraud. Web3 has lots of good but also lots of problems we need to work through at our scale. More soon.
— Jason Citron (@jasoncitron) November 11, 2021
Riportiamo di seguito in forma tradotta il comunicato in merito a quanto accaduto, rilasciato attraverso le pagine del sito TechCrunch.
Apprezziamo le prospettive condivise in risposta al concept interno che potreste aver visto in un tweet di questa settimana, ma vogliamo chiarire che al momento non abbiamo alcun piano per la sua implementazione. Siamo entusiasti per il potenziale della tecnologia Web3 e per i modi positivi in cui le community ad essa collegate si interfacciano su Discord, soprattutto quando organizzate in modo sostenibile per l’ambiente e concentrate sui progetti per i creatori. Ciò nonostante, riconosciamo esserci alcuni problemi da risolvere e che richiedono lavoro. Per ora siamo impegnati a proteggere gli utenti da spam, truffe e frodi.
Di recente la piattaforma ha dribblato il tentativo di acquisizione da parte di Microsoft e allungato a sua volta le mani su Sentropy, startup californiana che ha messo a punto una tecnologia in grado di facilitare l’individuazione e l’eliminazione di contenuti online riconducibili a odio e molestie.