Il vecchio continente torna sul tema della disinformazione, con la Commissione Europea che pubblica oggi il primo report relativo alle azioni attuate da coloro che nell’autunno scorso hanno sottoscritto su base volontaria la proposta di aderire a un Codice di Condotta per affrontare in modo efficace il problema. Tra questi nomi come Facebook, Google, Twitter e Mozilla oltre a rappresentanti delle società che operano nel territorio dell’advertising.
Il Codice di Condotta
Sebbene siano stati rilevati comportamenti virtuosi e iniziative messe in campo con la finalità dichiarata di contrastare in modo efficace il fenomeno, la Commissione sottolinea come l’impegno debba essere intensificato in tempi stretti. Alle porte c’è infatti la scadenza relativa alle Elezioni che a fine maggio andranno a rinnovare la composizione del Parlamento Europeo e la campagna elettorale sta per entrare nel vivo: garantire ai cittadini la possibilità di accedere a informazioni su candidati e programmi non alterate o compromesse è una priorità assoluta. Questi i principali obiettivi del Codice, definiti nella primavera scorsa:
- impedire ad account e siti Web che alterano le informazioni di generare profitti dall’advertising;
- supportare una discussione pubblica sulle campagne pubblicitarie di natura politica e sui problemi ad esse collegati;
- rendere disponibili policy chiare sulle modalità di individuazione dei bot e sulle misure attuate per la chiusura degli account fake;
- offrire informazioni e strumenti per aiutare le persone a prendere decisioni informate, facilitando l’accesso a diversi punti di vista su temi di pubblico interesse, privilegiando le fonti ritenute più affidabili;
- fornire ai ricercatori un accesso rispettoso della privacy alle informazioni utili per monitorare e comprendere l’impatto della disinformazione.
Europa e disinformazione
Ciò che invoca l’Europa è un approccio unificato, di sistema, che possa facilitare le operazioni di monitoraggio e valutazione, così da far emergere in modo rapido eventuali criticità e intervenire con prontezza quando necessario.
La Commissione sottolinea inoltre come le associazioni che rappresentano il mondo dell’advertising che hanno aderito al progetto (World Federation of Advertisers, European Association of Communication Agencies e Interactive Advertising Bureau Europe) si siano attivate al fine di responsabilizzare i loro membri in merito al Codice di Condotta, ribadendo come vi sia però bisogno di azioni decise capaci di penalizzare dal punto di vista della monetizzazione chi viene ritenuto responsabile della diffusione di informazioni false o alterate.
FB, Google, Twitter e Mozilla
Diamo dunque uno sguardo al documento condiviso oggi da Bruxelles, frutto del lavoro di monitoraggio legato all’Action Plan introdotto a dicembre, per capire quanto è emerso dall’analisi delle iniziative fin qui messe in campo dai quattro big che hanno aderito all’attuazione del Codice di Condotta. Il report prende in esame i progetti di Facebook, Google, Twitter e Mozilla fino al 31 dicembre 2018.
- Facebook ha attuato o sta attuando misure che passano da implementazioni finalizzate al raggiungimento degli obiettivi, ma ora deve fornire maggiore chiarezza sulle modalità attraverso le quali il social network mette nelle mani degli utenti strumenti per collaborare con chi si occupa di fact checking all’interno di tutta l’Unione Europea.
- Google si è mossa per raggiungere tutti gli obiettivi, in particolare quelli che interessano l’analisi del posizionamento dell’advertising, la trasparenza riguardante le inserzioni politiche e fornendo agli utenti informazioni, strumenti e supporto per un’esperienza online più responsabile. Ciò nonostante, alcuni tool sono disponibili solo in alcuni stati membri. La Commissione chiede inoltre che il motore supporti le azioni di ricerca su una più vasta scala.
- Twitter ha dato priorità alle azioni nei confronti degli attori malevoli, chiudendo account falsi o sospetti così come interrompendo l’attività di bot e sistemi automatici. Però, c’è necessità di più informazioni su come le misure impediranno ai responsabili di continuare a promuovere i loro tweet riconducibili a disinformazione.
- Mozilla sta per lanciare una versione aggiornata del proprio browser in grado di bloccare di default il tracking cross-site, ma il software dovrebbe essere più chiaro su come questo limiterà le informazioni rilevate a proposito dell’attività di navigazione che potrebbero essere sfruttate per le campagne di disinformazione.
L’impegno
I prossimi step passeranno dalla condivisione di report mensili nei quali verranno fotografati i progressi ottenuti e gli obiettivi raggiunti, da aprile a maggio. Entro la fine del 2019 sarà poi pubblicata una relazione che prenderà in esame gli effetti legati all’introduzione del Codice, così da valutarne l’efficacia intervenendo eventualmente per una sua ridefinizione.