È iniziata la guerra alle password condivise su Disney+ (update)

È iniziata la guerra alle password condivise su Disney+ (update)

Ufficiale l'introduzione della funzionalità che fermerà le password condivise su Disney+: l'Italia, al momento, non sembra interessata.
È iniziata la guerra alle password condivise su Disney+ (update)
Ufficiale l'introduzione della funzionalità che fermerà le password condivise su Disney+: l'Italia, al momento, non sembra interessata.

Non si può certo dire che Bog Iger non mantenga la parola data: il CEO della Walt Disney Company ha anticipato il mese scorso che la guerra alle password condivise su Disney+ sarebbe iniziata entro settembre. E così è stato, a partire da oggi, nei territori di Stati Uniti, Canada, Costa Rica, Guatemala e in alcuni paesi di Europa e Asia. Più avanti, l’iniziativa si estenderà a livello globale, anche in Italia (dove al momento non sembra essere attiva).

Aggiornamento: la pagina del supporto ufficiale in italiano cita espressamente l’opzione Utente extra, disponibile con anche nel nostro paese e con i prezzi riportati qui sotto (che vanno aggiunti a quelli dei rispettivi abbonamenti). Con tutta probabilità, la distribuzione è graduale.

  • Standard con Pubblicità: 4,99 euro al mese;
  • Standard: 5,99 euro al mese;
  • Premium: 5,99 euro al mese.

Disney+: stop alle password condivise

Conclusa la fase di test, oltreoceano la piattaforma ha lanciato in via ufficiale una funzionalità che permette di aggiungere al proprio account un membro non appartenente al nucleo familiare. Il profilo extra costerà mensilmente 6,99 dollari per la sottoscrizione base oppure 9,99 dollari per quella Premium.

La nuova funzionalità di Disney+ per aggiungere membri extra al proprio account, al di fuori del nucleo familiare

In alternativa, chi fino a oggi ha fatto affidamento sulle password condivise per accedere al catalogo di Disney+, potrà creare un nuovo account indipendente da quello sfruttato in precedenza, mantenendo la cronologia dei contenuti visti, le preferenze e così via. L’approccio è lo stesso già sperimentato (con successo) da Netflix.

La notizia segue di poche settimane quella relativa a un nuovo aumento dei prezzi, ormai una prassi per i servizi della categoria. La giustificazione fornita a livello comunicativo è sempre la stessa: la volontà di mantenere elevata la qualità dell’offerta. L’obiettivo non apertamente dichiarato è anche quello di andare incontro al volere degli investitori, aumentando le entrate, pur accettando di perdere qualche cliente esasperato dai rincari.

Per una coincidenza alquanto bizzarra, ricordiamo che proprio in questi giorni (ancora fino a domani) è possibile attivare l’abbonamento mensile alla formula Standard con Pubblicità al prezzo di 1,99 euro. Lo stanno facendo in molti, approfittando della promozione per guardare Inside Out 2 in streaming, appena arrivato nel catalogo della piattaforma.

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Pubblicato il
26 set 2024
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