Tokyo (Giappone) – Sebbene i display 3D siano una realtà commerciale già da qualche anno, il loro mercato è una piccola punta di iceberg in un settore ancora dominato dalle tecnologie CRT e LCD convenzionali.
Per tentare di spingere queste tecnologie verso il mercato di massa, cinque giganti dell’elettronica – Sony, Sanyo, Sharp, Itochu e NTT Data – hanno formato un consorzio che avrà il compito, nei prossimi anni, di risolvere i limiti tecnici che ancora affliggono i display 3D e agevolarne l’adozione da parte di un maggior numero di produttori.
In particolare, il 3D Consortium stenderà delle specifiche che consentiranno all’industria del software di scrivere applicazioni compatibili con i display 3D e capaci di sfruttarne tutti i vantaggi, come la maggior profondità di campo.
Gli schermi 3D non necessitano di speciali lenti o sistemi simili: la loro tecnologia, chiamata “parallax barrier”, è infatti in grado di generare immagini stereo su di un display piatto. Il “trucco” sta nell’adozione di due pannelli LCD TFT separati in grado di simulare la profondità della terza dimensione per mezzo della sovrapposizione di due immagini fra loro sfalsate e con differenti livelli di opacità.
Sharp produce già un telefono cellulare con schermo 3D per NTT DoCoMo e, lo scorso anno, ha già mostrato un notebook 3D in cui girava una speciale versione di Quake. Fra le prime ad aver introdotto sul mercato desktop monitor 3D c’è Deep Video Imaging, attualmente impegnata nel portare la propria tecnologia sui televisori.