Roma – “Prezzi in discesa, lamentele in salita”. Sembra lo slogan di un paradosso, ed è in parte paradossale la situazione che le associazioni dei consumatori hanno presentato durante l’ audizione tenuta ieri dall’ Authority per le comunicazioni .
A diffondere questi numeri, CittadinanzAttiva e il Movimento Difesa del Cittadino . Migliaia le segnalazioni relative a disservizi, servizi non richiesti ma ugualmente addebitati all’utente, modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali, pubblicità ingannevole, attivazioni abusive di CPS (carrier Pre-Selection), consegne di telefoni o modem, presenza di dialer che hanno colpito milioni di italiani.
Ammontano a 1700 i reclami giunti a MDC nei primi 9 mesi del 2006 solamente per casi di dialer: molti utenti si sono visti addebitare in fattura cifre dai 100 ai 600 euro a causa dei software che reindirizzano le connessioni di internet verso numeri a sovrapprezzo. Il fenomeno ha subito un incremento notevole alla fine dell’estate: il 60% delle segnalazioni è giunto in questi ultimi due mesi.
Una carneficina telefonica: “Su 100 segnalazioni in tema di TLC – segnala Cittadinanzattiva – 70 riguardano la rete fissa, 14 internet, 12 la telefonia mobile, 3 la pay tv e 1 la telefonia pubblica”.
“Il consumatore – ha spiegato l’avvocato Luongo di MDC – deve poter essere messo in grado di scegliere volontariamente e consapevolmente i servizi che gli vengono offerti. La necessità di un contratto scritto chiaro e debitamente firmato è e resta momento di garanzia fondamentale che non può essere sacrificato da questa Autorità sull’altare dell’interesse delle aziende”.
“A fronte di un quadro desolante dell’attuale sistema di tutele per il consumatore” ha commentato Giustino Trincia, vice segretario generale di Cittadinanzattiva, “è ora che l’Autorità si adoperi per introdurre più efficaci strumenti a protezione degli interessi dei cittadini consumatori, tanto più che l’AGCOM ha opportunamente istituito al suo interno un’apposita direzione per la tutela dei consumatori”.
Queste le proposte avanzate dalle associazioni dei consumatori per sanare questa “piaga”:
– pubblicità istituzionale e informazione di prossimità su come riconoscere e difendersi dai servizi non richiesti, e più efficaci misure anti-dialer, che non si limitino alla definizione di un prezzo massimo (ma inasprimento delle sanzioni, introduzione del consenso scritto all’attivazione di servizi supplementari, disabilitazione gratuita e di default per le numerazioni a pagamento);
– istituzione di un tavolo di lavoro sulla proposta di legge popolare riguardante il servizio pubblico radiotelevisivo, con coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori per la verifica della qualità dei servizi, la riscrittura delle Carte dei servizi e il monitoraggio di call center e centri assistenza clienti;
– messa a regime del sistema Co.Re.Com per l’attività di conciliazione in ogni regione, con riconoscimento di pari doveri per utenti e aziende di settore rispetto all’obbligatorietà di esperire il tentativo di conciliazione presso gli stessi Co.Re.Com;
– promozione di studi di settore per cogliere reali possibilità di risparmio per diversi profili di utente in base alla diversificazione delle offerte presenti sul mercato;
– celere intervento sugli aumenti indiscriminati del canone Telecom e sull’avvio a una contrattualistica più flessibile, con definizione di contratti di telefonia a tariffa agevolata per i redditi più bassi;
– controlli accurati sui costi di interconnessione tra reti fissa e mobile;
– provvedimenti di tutela dei minori, in relazione alla vendita indiscriminata di servizi a pagamento tramite telefono cellulare, senza una chiara informativa sul reale contenuto e dei relativi costi dei servizi sottoscritti.
Al legislatore, infine, è stato chiesto da parte di Cittadinanzattiva, che in sede di modifica alla finanziaria 2007 si valuti un emendamento all’art. 98 del Codice delle Comunicazioni, prevedendo la non applicabilità di sconti per le sanzioni comminate dall’AGCOM previsti dall’art. 16 della legge 689/81, “vincolando l’utilizzo delle somme derivanti da dette sanzioni a favore di iniziative a vantaggio dei consumatori, secondo il modello previsto per le sanzioni amministrative emanate dall’Antitrust”.
Ancora nulla di fatto, invece, sul fronte della questione relativa ai costi di ricarica, oggetto dell’indagine congiunta di Agcom e Antitrust , i cui risultati, attesi in questi giorni, saranno resi noti tra alcune settimane.