Nell’atteso Decreto cultura firmato dal Consiglio dei ministri presieduto da Matteo Renzi trovano spazio diverse disposizioni che introducono novità sul fronte tecnologico: ma non sembrano quelle che ci si attendeva.
Per quanto nei giorni scorsi si fosse discusso principalmente della possibilità di abbassare l’IVA sugli ebook rispetto a quella che grava sui beni elettronici, per avvicinarla a quella imposta sui libri cartacei, tra le disposizioni urgenti approvate nel decreto trova spazio la possibilità di effettuare liberamente foto all’interno dei musei con qualsiasi dispositivo elettronico .
La misura nasce dalla volontà di “promuovere la libera manifestazione del pensiero o espressione creativa”, nonché la “conoscenza del patrimonio culturale italiano”, e dalla richiesta dei gestori di luoghi di cultura ed arte italiana.
In realtà sembra piuttosto una novità che si limita a fotografare una situazione di fatto: la diffusione di smartphone e tablet con fotocamera ha già reso praticamente impossibile i controlli, se non al costo di crescenti oneri per i custodi . E rimangono, naturalmente per motivi di tutela delle opere d’arte, i divieti di utilizzo di qualsiasi tipo di flash o fonte di illuminazione artificiale durante lo scatto, così come qualsiasi tipo di strumento che richiede il contatto fisico con il soggetto fotografato.
Gli scatti, poi, potranno essere utilizzati per finalità di studio e per ricerca, ma in nessun caso a scopo di lucro: l’Italia è – insieme alla Francia – uno di pochi paesi che ha una normativa peculiare che riconosce una sorta di diritto d’autore legato al proprio patrimonio artistico e che quindi limita la possibilità di sfruttamento dello stesso.
Per quanto riguarda il mancato abbassamento dell’IVA sugli ebook, invece, si sembra sguazzare nell’ambito europeo: come spiega il Ministro della Cultura Dario Franceschini, che aveva promesso di impegnarsi su questo fronte, l’eventuale abbassamento dell’IVA sugli ebook al 10 per cento (o addirittura al 4 per cento come i libri cartacei) avrebbe significato finire “automaticamente in procedura d’infrazione” da parte di Bruxelles, la stessa che stanno affrontando Francia e Lussemburgo.
Il Ministro si è comunque impegnato ad affrontare la questione nel semestre europeo di presidenza italiana.
Claudio Tamburrino