Uno degli effetti collaterali della pandemia sarà il riflesso che avrà sul mondo della mobilità e – in stretto parallelismo – con quello delle startup. Oggi nessuno può dire con certezza quale sarà l’impatto di breve periodo, ma tutto deve partire dal concetto di “distanziamento” che, giocoforza, sta per insidiarsi in ogni singola attività, soprattutto laddove gli assembramenti sono all’ordine del giorno. L’effetto a cascata appare immediato: maggiori cautele sui mezzi pubblici, quindi maggior riversamento sulle strade, quindi spazi minori disponibili, quindi necessità di passare a modalità nuove di trasporto con un minor numero di veicoli ed un maggior numero di strumenti personali.
Tutto ciò è strettamente inerente al tema dell’innovazione ed il DL Rilancio prevede un primo coraggioso tentativo in tal senso, cercando di intuire la direzione con un primo investimento sperimentale: l’articolo 205 prevede “Misure per incentivare la mobilità sostenibile […] Al fine di favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale“.
Bonus per bici e monopattini
Servirebbe ora una immediata doccia gelata sugli eccessivi slanci in avanti, che costano troppo alla società in termini di tempo e risorse pubbliche necessari. Gli stessi che bocciavano le piste ciclabili, infatti, sono quelli che oggi potrebbero costruirci su una intera campagna elettorale improntata sulla riprogettazione urbana; gli stessi che bocciavano il bike sharing potrebbero essere gli stessi che ne chiederanno l’imposizione a colpi di investimento statale; gli stessi che derubricavano il car sharing a moda potrebbero essere gli stessi che lo eleggeranno a moda del nuovo decennio.
Servono lucidità e analisi, le stesse che hanno portato Google ad affondare il progetto Sidewalk Lab proprio in virtù dell’impossibilità di tracciare oggi la “nuova normalità” che sta per palesarsi. Serve un ripensamento di lungo periodo su quello che è il tessuto urbano e sociale delle realtà metropolitane. Serve visione, proprio mentre le startup della mobilità affondano: Uber cerca di reinventarsi, mentre le società del noleggio a due ruote licenziano in attesa di capire cosa dirà il futuro.
Il DL Rilancio, nel frattempo, cerca di fare un passo: nei Comuni con più di 50 mila abitanti viene istituito un “Programma sperimentale buono mobilità” che, oltre ad aumentare i distanziamenti, dovrà porsi l’obiettivo di abbassare l’inquinamento atmosferico e acustico, riducendo la congestione delle vie urbane e migliorando l’esperienza di vita nel concentrico. Il programma prevede un incentivo che, con la leva dello sconto, possa portare più persone verso un nuovo modo di spostarsi:
In particolare, ai residenti maggiorenni nei capoluoghi di Regione, nelle Città metropolitane, nei capoluoghi di Provincia ovvero nei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti è riconosciuto un “buono mobilità”, pari al 60 per cento della spesa sostenuta e comunque non superiore a euro 500, a partire dal 4 maggio 2020 (data di entrata in vigore del d.P.C.M. 26 aprile 2020) e fino al 31 dicembre 2020, per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonché di veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, quali segway, hoverboard, monopattini e monowheel ovvero per l’utilizzo dei servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture.
Monoruote, monopattini, biciclette, bici a pedalata assistita e chissà cos’altro: perché a questo punto c’è spazio anche nuove idee.
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Cercasi risposte, cercasi startup
Ecco che si fanno spazio nuove opportunità anche per le startup, quindi: in ballo ci sono nuovi strumenti, nuovi modi di spostarsi, nuove necessità, nuove app per il noleggio del mezzo e molto altro: solo un’azienda snella e “smart” potrà interpretare nel migliore dei modi un cambiamento repentino, proponendo soluzioni immediate e ritagliate sulle esigenze di nicchie – prima – e masse – poi. In città nelle quali si sta per progettare una “Casa avanzata” (“ovvero una linea di arresto dedicata alle biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli per garantire maggior sicurezza alla circolazione delle biciclette“) si sta dando priorità a qualcosa di nuovo che, al fianco di piste ciclabili e nuovi limiti per la velocità veicolare, potrebbe restituire a biciclette e monopattini opportunità impensabili fino a pochi mesi fa.
La bike lane è parte della ordinaria corsia veicolare, con destinazione esclusiva alla circolazione dei velocipedi, eliminando ogni forma di promiscuità di circolazione con altre tipologie di veicoli, con indubbi vantaggi sulla sicurezza e snellimento della circolazione […].
La casa avanzata, previa valutazione delle condizioni di sicurezza, può essere realizzata lungo le strade con velocità consentita inferiore o uguale a 50 km/h, anche se fornite di più corsie per senso di marcia, ed è posta a una distanza pari almeno a 3 metri rispetto alla linea di arresto stabilita per il flusso veicolare. L’area delimitata è accessibile attraverso una corsia di lunghezza pari almeno a 5 metri riservata alle biciclette, situata sul lato destro in prossimità dell’intersezione.
In campo ci sono capitali per le startup e capitali per stimolare un nuovo tipo di domanda: l’incontro tra queste due condizioni crea irrinunciabili opportunità per menti creativi e pulsioni imprenditoriali. L’innovazione è una grande opportunità, mai come oggi.