DL Urbani, Governo nella tempesta

DL Urbani, Governo nella tempesta

Gli emendamenti al DL non piacciono a nessuno, nemmeno ai produttori che temono lo snaturamento del decreto. FIMI: meglio se salta tutto. Gasparri minimizza e i provider attaccano. C'è persino chi organizza un flash-mob di scambio-CD
Gli emendamenti al DL non piacciono a nessuno, nemmeno ai produttori che temono lo snaturamento del decreto. FIMI: meglio se salta tutto. Gasparri minimizza e i provider attaccano. C'è persino chi organizza un flash-mob di scambio-CD


Roma – La prima dichiarazione di guerra, all’indomani delle esternazioni del ministro Urbani sulla revisione del suo decreto legge, è giunta ieri dalla FIMI , la Federazione dell’industria musicale italiana, che ha sparato a zero sull’attuale “manomissione” dell’impostazione repressiva originale del testo.

“Secondo il ministro Urbani – ha dichiarato Enzo Mazza , direttore generale della FIMI – il decreto legge sul cinema va avanti bene? Non risulta, anche perchè il ministro rilascia dichiarazioni inquietanti come: “Pugno di ferro per chi ruba a scopo di lucro, massima comprensione per chi lo fa a scopo individuale, che poi sono soprattutto i giovani”.”

“Perchè allora non fare un decreto legge per l’ingresso gratis negli stadi per i giovani oppure che ai giovani è consentito viaggiare senza biglietto sui tram o rubare a scopo individuale? – si chiede Mazza – Stiamo andando verso l’approvazione di una norma che ridurrà il livello di protezione della musica in Italia dopo una direttiva approvata un anno fa, altro che combattere con determinazione la pirateria come ha affermato il Presidente Ciampi”.

“E’ una situazione paradossale – ha concluso Mazza – a questo punto è meglio che il decreto salti”.

A tentare di calmare le acque ci ha provato il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri che ha parlato di un emendamento che sarà presentato dal Governo e che, proprio come temuto dai produttori, intende punire la diffusione delle opere protette solo se avviene con fini di lucro . Ma il suo tentativo ottiene l’effetto opposto.

A Gasparri risponde infatti a breve giro di posta Federico Motta , presidente dell’ AIE , l’associazione degli editori italiani. “Siamo fortemente preoccupati per quanto previsto nell’articolo 1 del decreto salvacinema e per le ipotesi di modifica emerse in Commissione Cultura della Camera – ha affermato Motta – Stupisce e sconcerta ancora di più però che un ministro della Cultura dichiari che ci sarà massima comprensione per chi scambia via internet file piratati a scopo individuale , in particolare per i giovani. E che il ministro Gasparri vada in questa stessa direzione, con le sue dichiarazioni di poco fa”.

Motta ha espresso la preoccupazione che “le proposte di emendamento avanzate in merito alla necessità di liberalizzare lo scambio di file via internet tra privati attraverso l’eliminazione delle sanzioni , già previste nel testo originale del decreto e dall’attuale legge sul diritto d’autore aprano la strada e persino incentivino un aumento incontrollato e selvaggio del livello, già altissimo, della pirateria su internet”.

Ma Motta affonda la lama affermando ieri pomeriggio che “se le cose proseguiranno in questa direzione (…) il decreto antipirateria rischia di diventare il decreto per la pirateria . In questo modo gli oltre 800milioni di file illegali – che interessano non solo le opere letterarie, ma anche quelle della musica, del software e delle banche dati – verranno legalizzati . Saremmo l’unico paese in Europa che, in dispregio della normativa comunitaria e internazionale vigente, autorizza una pratica illecita di questo tipo. Sconcerta, lo ripeto, la visione del diritto d’autore – immotivatamente indulgente verso comportamenti illeciti – che il Governo dimostra d’avere. Ne prendiamo atto e ci riserviamo di fare ricorso nelle sedi più opportune per tutelare i nostri diritti, anche in ambito internazionale se sarà necessario”.

Posizioni, quelle di FIMI e AIE, condivise anche da ANICA secondo cui serve una legge non una legge qualsiasi per il gusto di “dire che c’è una legge”…

E mentre per lunedì 19 alle 18 a piazza Navona un gruppo di blogger organizza un flash-mob contro il decreto Urbani durante il quale saranno scambiati CD musicali tra i partecipanti (vedi qui tutte le info), ieri l’associazione dei provider AIIP ha smontato pezzo per pezzo in un documento di approfondimento i presupposti giuridici del DL Urbani.

Nel documento, gli operatori hanno anche ricordato la sussistenza di sanzioni precedenti al DL Urbani, quelle contenute nelle attuali leggi sul diritto d’autore e che, come ricordava ieri Punto Informatico, colpiscono la diffusione di opere protette a qualsiasi titolo venga effettuata, scopo di lucro o meno.

In questo clima, lunedì 19 dovrebbe riprendere il dibattito in Commissione ma è evidente che in una situazione come quella che si è venuta a creare, dove nessuna delle parti interessate è felice del provvedimento, sul quale peraltro pendono questioni di legittimità costituzionale, di fattibilità tecnica e di compatibilità con le direttive europee, l’ipotesi di un ritiro del decreto si fa di ora in ora più concreta.

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Pubblicato il
16 apr 2004
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