Dopo Apple è il turno di Meta. In settimana è prevista la pubblicazione dei risultati preliminari dell’indagine avviata dalla Commissione europea a fine marzo. L’azienda di Menlo Park avrebbe violato il Digital Markets Act (DMA) con il modello “Pay or Consent” introdotto a fine ottobre 2023. Il Financial Times ha quindi confermato le indiscrezioni di Reuters.
Vietato il consenso a pagamento
La Corte di Giustizia dell’Unione europea (CGUE) ha vietato l’uso di due basi legali (interesse legittimo e necessità contrattuale) per la raccolta dei dati a scopo pubblicitario. Meta ha rispettato la sentenza introducendo un abbonamento (9,99 euro/mese) per Facebook e Instagram. Questo modello è stato denominato “Pay or Consent” o “Subscription for no Ads”, in quanto gli utenti che non vogliono pagare sono costretti ad accettare automaticamente la raccolta dei dati.
La Commissione europea ha avviato un’indagine a fine marzo, anche in seguito alle denunce presentate da varie associazioni, tra cui BEUC e noyb. In pratica, Meta non può mostrare inserzioni basate sulle attività degli utenti senza un loro consenso esplicito.
Secondo le fonti del Financial Times, i risultati preliminari dell’indagine confermeranno la violazione del Digital Markets Act. Il modello di Meta non offre una libera scelta, in quanto c’è solo un modo per evitare il tracciamento: pagare l’abbonamento. L’azienda è certa di aver rispettato la sentenza della CGUE e la legge:
Il modello “Subscription for no Ads” segue le indicazioni della Corte di Giustizia ed è conforme al DMA. Attendiamo con impazienza un ulteriore dialogo costruttivo con la Commissione europea per portare a termine questa indagine.
Se verrà confermata la violazione, Meta rischia una multa fino al 10% delle entrate globali annuali. Sulla stessa questione è stata inviata anche una richiesta di informazioni sulla base del Digital Services Act.