In base ai requisti previsti dal Digital Markets Act (DMA) sono stati designati finora sette gatekeeper. Secondo BEUC, Alphabet/Google, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft non rispettano pienamente la legge, nonostante le modifiche implementate e promesse ai rispettivi servizi. L’organizzazione che difende gli interessi dei consumatori chiede pertanto l’intervento della Commissione europea.
Possibili violazioni del DMA
BEUC ha pubblicato un report dettagliato con l’elenco delle possibili violazioni. Per quanto riguarda l’obbligo di pubblicare i rapporti annuali sulla conformità, l’organizzazione ha rilevato che quello di Meta è incompleto, mentre quelli di Apple, Amazon e ByteDance non rispettano i requisiti del DMA o il template (modello) della Commissione.
Secondo BEUC, Alphabet/Google non permette agli sviluppatori di comunicare facilmente agli utenti che esistono modalità di acquisto più economiche all’esterno del Play Store. Sulla cosiddetta clausola anti-steering è stata già avviata un’indagine. L’azienda di Mountain View non rispetta inoltre il divieto di auto-preferenza, dando maggiore evidenza ai suoi servizi nei risultati delle ricerche. Anche su questo punto è stata già avviata un’indagine.
BEUC afferma inoltre che Google non chiede un consenso esplicito per l’uso dei dati a scopo pubblicitario, che l’implementazione del choice screen per motore di ricerca e browser non è disponibile su Android 11 e 12 (ancora molto diffusi) e che non permette di disinstallare diverse app, tra cui Chrome, Gmail, Search, Maps, Meet e YouTube (possono essere solo disattivate).
Secondo BEUC, anche Amazon mostra in evidenza i suoi prodotti e servizi nei risultati delle ricerche (la Commissione potrebbe aprire un’indagine). Per quanto riguarda l’uso dei dati degli utenti vengono usati un design e un linguaggio che ostacolano una scelta libera e informata. Infine, Amazon rende complicata la cancellazione dell’abbonamento a Prime.
L’organizzazione ritiene che Apple non rispetti il DMA, in quanto impedisce agli sviluppatori di informare gli utenti su alternative più economiche all’esterno di App Store (clausola anti-steering) attraverso varie restrizioni (la Commissione europea ha confermato la violazione). Non consente inoltre una libera scelta del browser predefinito e ostacola il download di app da fonti esterne e app store alternativi con una procedura complessa.
Secondo BEUC, Meta non chiede un consenso esplicito e libero per l’uso dei dati degli utenti a scopo pubblicitario e su diversi servizi. Viene citato in particolare il modello “Pay or Consent” che la Commissione europea considera illegale. Meta non ha ancora implementato l’interoperabilità di WhatsApp e Messenger con servizi di terze parti.
Infine, ByteDance e Microsoft usano schermate poco chiare per chiedere il consenso all’uso dei dati a scopo pubblicitario e per altri prodotti.