Come previsto la scorsa settimana, la Commissione europea ha annunciato l’avvio di indagini nei confronti di Apple, Google e Meta per la presunta violazione del Digital Markets Act (DMA). Il procedimento avrà una durata massima di 12 mesi. Al termine, le aziende potrebbero ricevere una sanzione fino al 10% delle entrate globali annuali.
Cinque indagini avviate e altre due possibili
Il DMA viene pienamente applicato dallo scorso 7 marzo. I sette gatekeeper hanno introdotto diverse modifiche per rispettare la legge, ma alcune modalità sono state criticate da rivali, sviluppatori indipendenti e utenti. Nonostante siano ancora in corso i workshop sul rispetto delle regole, la Commissione europea ha deciso di avviare cinque indagini nei confronti di Apple, Google e Meta, ma altre due potrebbero essere aggiunte nelle prossime settimane.
Le prime due indagini sono relative alle cosiddette clausole anti-steering. Secondo la Commissione, Apple e Google avrebbero imposto varie restrizioni e limitazioni agli sviluppatori che vogliono informare gli utenti dell’esistenza di prezzi più bassi all’esterno degli store. Le due aziende hanno introdotto nuove commissioni non consentite dal DMA.
Una terza indagine dovrà accertare se Google ha violato la legge, dando preferenza ai suoi servizi nei risultati delle ricerche, danneggiando quelli dei concorrenti. La quarta indagine è stata avviata nei confronti di Apple perché non avrebbe consentito di rimuovere le app preinstallate, cambiare facilmente le impostazioni predefinite di iOS e scegliere facilmente browser e motore di ricerca.
Infine, la quinta indagine riguarda Meta e il modello “pay or consent” introdotto per Facebook e Instagram. Secondo la Commissione, l’abbonamento che elimina le inserzioni pubblicitarie non è conforme al DMA, in quanto il consenso degli utenti all’uso dei dati personali deve essere gratuito (Meta ha proposto di ridurre il costo a 5,99 euro/mese). Sullo stesso argomento sono state chieste informazioni in base al Digital Services Act.
La Commissione potrebbe avviare altre due indagini, per le quali è in corso la raccolta della documentazione. La prima riguarda Amazon e la possibile auto-preferenza dei suoi prodotti. La seconda riguarda Apple e le nuove regole che prevedono commissioni per l’uso di store alternativi e metodi di pagamento di terze parti, tra cui la famigerata Core Technology Fee.
La Commissione ha infine concesso a Meta altri sei mesi di tempo per rispettare l’obbligo dell’interoperabilità con Facebook Messenger. Apple, Google, Meta e Amazon affermano di aver rispettato il DMA, ma continueranno a collaborare costruttivamente con la Commissione.