I servizi di risoluzione di domini DNS sono un’autentica iattura per la Rete e per gli utenti, dice l’ Internet Corporation for Assigned Names and Numbers , e vanno aboliti per evitare che generino una serie di problematiche di difficile risoluzione. ICANN se la prende insomma con OpenDNS e servizi similari, ribaltando la presunta utilità di ricevere una pagina di link consigliati in risposta alla digitazione errata di un nome di dominio in qualcosa che alla lunga non porta nulla di buono .
Le facility di redirezione per conto terzi ICANN le vorrebbe proprio abolire, come risulta dall’ ultima bozza presentata dall’organo di controllo dell’infrastruttura dei DNS nell’ambito della imminente e discussa “rivoluzione” del World Wide Web, che dovrebbe seguire all’implementazione dei domini di primo livello generici .
ICANN si scaglia contro quegli operatori che si servono di un sistema noto come sostituzione NXDOMAIN, per mezzo del quale è possibile rispondere alla richiesta di un nome di dominio inesistente con l’invio di un indirizzo IP di un altro dominio . In genere, come nel caso del già citato OpenDNS, il dominio spedito all’utente è una pagina di ricerca (con qualche pubblicità di contorno) pensata per aiutare l’utente a raggiungere la risorsa desiderata.
È tutto sbagliato , rimbrotta ICANN, perché dietro a questo apparente servizio di pubblica utilità si nascondono effetti collaterali che non è possibile trascurare. Se ad esempio il dominio incaricato delle risoluzioni/redirezioni dovesse essere “down”, la navigazione dell’utente andrebbe incontro a lag e ritardi nella risposta.
L’uso e l’abuso di NXDOMAIN apre poi le porte alla proliferazione delle truffe a mezzo di “domain hijacking”, con i cyber-criminali che non aspettano altro che prendere in trappola l’ignaro netizen su siti web fittizi il cui unico scopo è rubare informazioni sensibili o perpetrare altro genere di abuso telematico.
E ancora, le risoluzioni di terze parti comportano problemi per la privacy dell’utente – nel caso in cui dati riservati dovessero passare attraverso un paese con leggi e giurisdizioni differenti da quelle di pertinenza – e minaccia di rendere malfunzionanti i servizi di posta elettronica, perché in caso di redirezione “forzata” all’invio di una email da parte di un server web non corrisponderebbe la restituzione di un messaggio di errore immediato come di norma dovrebbe accadere.
Per questi e altri motivi ICANN scoraggia le pratiche di redirezione su domini terzi, propone il ban completo di questo genere di servizi e chiede alle società interessate – nella succitata bozza per i gTLD – di giustificarne l’esistenza al di là delle problematiche sollevate dall’autorità di controllo.
Alfonso Maruccia