L’articolo 20 milioni di euro alle major pubblicato da Punto Informatico ha suscitato polemiche e reazioni fra blogger e osservatori italiani. Dai vari commenti è nato anche un breve carteggio fra il sottoscritto, la stessa Carlucci ed Enzo Mazza , presidente FIMI , assai utile per venire a conoscenza di una seconda notizia, ben più imminente, dal parlamento italiano:
l’approvazione di un emendamento alla finanziaria 2008 che prevede agevolazioni fiscali per tutte le aziende del settore cinematografico, grandi e piccole. La proposta, ideata proprio da Gabriella Carlucci (Forza Italia), porta anche la firma di Willer Bordon (Unione), ed è già stata approvata alla Camera con un ampio consenso bi-partisan. La notizia, stranamente non diffusa da alcun media generalista, si inserisce in una più ampia riorganizzazione del settore cinematografico-televisivo nostrano.
L’emendamento prevede crediti d’imposta fino al 40% sulle spese per produzione e distribuzione di film italiani (il cosiddetto scudo fiscale ). Si potrà accedere ai benefici, però, solamente se la maggioranza di questi investimenti sarà dedicata al cinema di produzione nazionale e non estera.
Per sale e multisale italiane, previsti contributi per l’acquisto di impianti digitali e lo stanziamento nell’arco di tre anni di 20 milioni di euro per l’ammodernamento tecnologico.
La legge modifica anche gli obblighi di programmazione ed investimento per le reti televisive – pubbliche e private – favorendo prodotti audio e video italiani ed europei
È utile ricordare che la maggioranza di questi articoli sarà soggetta, come espressamente previsto dalla legge finanziaria, all’approvazione della Commissione europea, senza la quale saranno sostanzialmente nulli. Da superare anche, infine, l’ultimo scoglio della votazione in Senato per la definitiva approvazione della legge finanziaria.
Eccetto alcune bizzarrie – come il fatto che per ottenere certe agevolazioni si debba utilizzare obbligatoriamente mano d’opera italiana, o una certa idea di stato assistenzialista che permane fra le righe – l’emendamento potrebbe rappresentare un buon ricostituente per il rilancio di un settore culturale rilevante per il made in Italy .
Qualcuno criticherà il momento, e la scelta forse politicamente non eccepibile (per equità, gli assilli fiscali strozzano anche la popolazione oltre alle imprese), ma la direzione intrapresa sembrerebbe quella buona per dar fiducia al mercato, pur giocando un ruolo fondamentale la reazione degli operatori di settore. Molto importante, soprattutto, il fatto che, a differenza del precedente DdL Carlucci, il ricorso a fondi pubblici sia relativamente esiguo, e quasi interamente già coperto da precedenti normative.
Sarebbe troppo ottimistico aspettarsi un bicchiere pieno dalle leggi finanziarie, ma in questo caso, forse, si può sperare che non sia nemmeno mezzo vuoto. Ci torneremo.