Il mercato dei cambi impatta sulla rete, in particolare quella google-dipendente. Lo dice Wired , che riprende una questione della quale si inizia a sentir parlare: ad un dollaro sempre più debole sul mercato delle valute, in particolare rispetto all’euro, corrisponde anche un calo del valore dei pagamenti che Google fornisce agli editori web e ai nanopublisher per AdSense.
Il ragionamento è semplice: sebbene forniti in valuta, gli assegni che Google trasmette ai suoi partner per aver pubblicato sulle proprie pagine gli spot di AdSense sono tradotti da un importo in dollari, costituito dalla “fetta” che spetta ai partner sulla spesa degli inserzionisti. Ne risulta che il valore finale dell’assegno va riducendosi parallelamente all’indebolirsi del dollaro.
Per comprendere le difficoltà dell’intricato meccanismo basta dare un’occhiata alla valutazione “euro contro dollaro”. Alla fine della scorsa settimana per acquistare un euro servivano 1,4 e rotti dollari: l’euro non è mai stato così “forte” rispetto al dollaro. Questo, oltre a causare un potenziale problema alle esportazioni dalla zona euro, può erodere i profitti di quei siti che in zona euro pubblicano banner AdSense.
Della cosa si lamentano molti webmaster in diversi paesi, che vedono quegli assegni perdere valore mese dopo mese. Una questione ben nota anche da noi, dove i piccoli editori da tempo osservano preoccupati il rafforzamento dell’euro sul dollaro. Tanto più che la tendenza al rafforzamento della valuta europea è andata consolidandosi ormai da molti mesi, fin dall’inizio dell’anno.
Come se ne esce? Il primo che potrebbe rimetterci è, in prospettiva, proprio Google, che ad AdSense deve molti dei propri profitti. L’impazienza dei nanopublisher sta salendo e a sostenere la posizione di BigG potrebbe presto rimanere la sola difficoltà all’individuazione di una vera alternativa da parte dei moltissimi partner. Un campanello d’allarme per AdSense, che proprio alla vecchia Europa deve una quota crescente degli utili che genera.