Web – Sarebbero addirittura 1.800 i siti che rischiano la chiusura dopo la clamorosa decisione del Comitato Olimplico Internazionale di perseguire tutte le pagine web che in un modo o nell’altro “fanno il verso” alle Olimpiadi. Una vera e propria raffica di denunce è attesa in tutto il mondo dopo l’attivazione delle prime procedure legali negli Stati Uniti nelle scorse ore.
Al momento, le carte su cui sta lavorando un tribunale distrettuale americano sostengono che vi sono moltissimi siti che vanno chiusi perché violano il trademark sulla parola “Olympics” in quanto riproducono il termine in varie lingue e con deformazioni per indicare i propri nomi a dominio.
Per i siti presi di mira la questione è seria perché a chiedere la chiusura di quei domini è il Comitato olimpico internazionale seguito a ruota dagli organizzatori dei giochi olimpici invernali di Salt Lake City e dal Comitato olimplico americano.
In realtà, come suggerisce TheStandard.com, dietro la crociata basata sul possesso del nome commerciale di una località greca, c’è una antica e arcinota pruderie statunitense che non riesce a mandar giù l’esistenza di siti come Olympicsex.com. Sito sessualmente esplicito che si ritiene capace, evidentemente, di confondersi con i siti ufficiali delle Olimpiadi.
Pare che nelle denunce del Comitato olimpico stiano per essere inseriti siti residenti in 56 paesi diversi.