Google si è vista riconoscere un totale di oltre 763 domini contenenti al loro interno il nome “google”.
Mountain View aveva depositato presso il National Arbitration Forum , l’organismo che negli Stati Uniti risolve le varie controversie sul controllo dei domini web, una serie di denunce di infrazione di marchio da parte di indirizzi Internet come googleiphone5.com , googlevodafone.com , googlegayfacebook.com , googleclooney.com , googlespiderman.com , googlenewshoes.com e googlebarack.com , apparentemente tutti registrati da un utenti di Hong Kong.
La difesa dichiarava legittimo l’impiego del nome “google” in quanto ormai reso generico dall’uso comune.
Mountain View, ora, dovrà decidere se rinnovare il possesso degli indirizzi al costo di migliaia di dollari l’anno per impedirne l’utilizzo da parte di altri, oppure se farli decadere dando la possibilità a chi fosse interessato di impossessarsene (anche se scoraggiato dalla sentenza che li riconosce oggi a Google).
Il motore di ricerca, d’altra parte, ha già dimostrato che ha tutta l’intenzione di evitare che il suo nome e i suoi marchi vengano associati a contenuti distanti da esso: basti pensare all’interesse mostrato nei confronti dei domini .xxx , acquistati per togliere a soggetti terzi la possibilità di impiegarli.
Si tratta della più imponente campagna contro il cybersquatting , la pratica costituita dall’utilizzo in un domino di nomi o marchi di proprietà di altri e che rappresenta sempre più un fastidio per gli operatori del settore che per questo cercano di muoversi con ampio anticipo. Come Apple, che ha già chiesto all’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI) la titolarità del dominio iPhone5.com , attualmente fra le mani di un soggetto terzo che vi ospita un forum.
Claudio Tamburrino