Domini, una nuova era per Internet

Domini, una nuova era per Internet

L'Icann ha confermato l'approvazione di oltre cento estensioni che si affiancano alle 22 finora in uso. E in lista d'attesa ci sono oltre 1.400 nuovi suffissi
L'Icann ha confermato l'approvazione di oltre cento estensioni che si affiancano alle 22 finora in uso. E in lista d'attesa ci sono oltre 1.400 nuovi suffissi

Anche la Rete avrà il suo big bang con l’esplodere dei domini: l’inizio è ormai prossimo. Al fianco dei suffissi già affermati, alcuni dei quali hanno avuto però scarso successo (come .xxx per il porno o .mobi per l’ambito mobile), arriveranno una pioggia di nuovi domini che l’Internet Corporation for Assigned Names e Numbers (ICANN) ha in parte già riconosciuto. L’ente internazionale non profit con sede a Los Angeles ha dichiarato di aver ricevuto 1.930 richieste negli ultimi due anni e di averne approvate finora 107. Nell’ elenco figurano estensioni come .rich , .sexy , .ninja , .pink , .email , .buzz , .coffee ma anche .bike , .clothing , .solar , .shoes , .careers , .holiday e molti altri domini formulati in alfabeti differenti (cinese, cirillico, arabo, giapponese) mirati ad aprire, potenzialmente, una nuova era per la Rete. “Pensando alla storia e alla strutturazione di internet, questo è un cambiamento enorme che potrebbe rivoluzionare l’approccio degli utenti con il web”, ha spiegato James Cole, uno dei portavoce di Icann.

Numeri alla mano, l’ente ha calcolato che l’allargamento dei domini potrebbe arrivare a includere oltre 1.400 suffissi, anche se prima di poter utilizzare fattivamente le nuove estensioni bisognerà attendere ancora un po’.
Per richiedere un dominio generico di primo livello (gTLD) bisogna versare una quota di 185.000 dollari per la registrazione, che prevede diversi step prima di arrivare a dama. Percorso che è stato quasi completato dai 107 suffissi di cui sopra, che presto invaderanno la rete ampliando la disponibilità di indirizzi web. Una mossa che permetterà alle imprese di ottenere maggiore visibilità, anche se i detrattori sottolineano che alla fine i vantaggi ricadranno soltanto sulle più potenti e facoltose.

Una visione condivisibile, almeno in parte, perché con la liberalizzazione dei domini è scattata la corsa per impossessarsi dei suffissi più strategici. Restando in ambito hi-tech, se a Cupertino si sono accontentati di .Apple , attraverso la controllata Charleston Road Registry, Google ha richiesto ben 101 suffissi, spaziando da .google , .youtube , .android , .gmail a tipologie più comuni e non esclusive come .game e .blog . Canovaccio simile per Microsoft, alla caccia dei vari .xbox , .skype , .hotmail , .office e .bing . Non mancano casi di denominazioni desiderate da diverse società, tra cui spicca il dominio .cloud che fa gola a Google, Amazon, Symantec e all’italiana Aruba; la contesa dovrebbe essere risolta dall’Icann, che però spesso si è basata sul concetto “first come, first served”, invece che valutare quale azienda abbia le maggiori credenziali in merito.

Con i grandi brand in lotta per accaparrarsi le estensioni migliori, per gli acquirenti privati dovrebbe cambiare poco o nulla. Secondo GoDaddy, una delle aziende venditrice di domini USA più note al mondo, la stragrande maggioranza dei nuovi suffissi verrà venduto a un prezzo incluso tra i dieci e quaranta dollari annui, con l’eccezione di .luxury e simili, per i quali il costo si attesterà sugli 800-1000 dollari a stagione.

Alessio Caprodossi

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Pubblicato il
27 gen 2014
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