Il big boss del file hosting potrà denunciare l’agenzia di intelligence neozelandese, accusata di aver autorizzato le operazioni d’intercettazione delle sue comunicazioni private. Pur di origini tedesche, il founder di Megaupload Kim Dotcom ha ottenuto da diversi anni la residenza agli antipodi. In Nuova Zelanda, la legge vieta tutte quelle pratiche di sorveglianza nei confronti dei suoi cittadini .
Secondo il parere della Corte d’Appello, Dotcom potrà inserire i vertici del Government Communications Security Bureau (GCSB) nello scontro legale con le autorità statunitensi, a più di un anno dal raid federale contro il suo cyberlocker e la sua casa. Il Procuratore Generale della Nuova Zelanda aveva presentato ricorso contro la decisione del giudice kiwi Helen Winkelmann, per evitare l’immediato rilascio di tutte le informazioni raccolte dall’intelligence nazionale sul fondatore del mega-impero .
Pur essendo autorizzato a procedere legalmente contro l’intelligence governativa, l’avvocato di Dotcom Ira Rothken non potrà richiedere l’accesso al materiale raccolto tramite le intercettazioni . Il giudice d’appello ha infatti accolto parzialmente le richieste del Procuratore Generale, che non è però riuscito ad evitare l’inclusione del GCSB in una spinosa denuncia. Dotcom potrebbe pretendere un risarcimento in denaro nel corso del processo per la sua eventuale estradizione negli Stati Uniti. ( M.V. )