La scure deve calare sugli utenti che scaricano illegalmente. La Nuova Zelanda ci riprova, annunciando che tornerà alla carica, nel mese di luglio, con il controverso Copyright Act. Un periodo di tre settimane per vagliare una nuova scrittura della legge che mirava a scollegare dalla rete tutti gli utenti che si fossero dimostrati recidivi nel violare la proprietà intellettuale .
Al Ministero per lo Sviluppo Economico c’è un’atmosfera in vivace fermento. Funzionari ed esperti di diritto e Internet sono già al lavoro per riformulare i punti più controversi della norma, in modo da presentarla il prossimo mese ai detentori dei diritti e agli ISP.
Una decisione dal forte odore di rivalsa, dopo le forti mobilitazioni da parte dei netizens neozelandesi. Contestazioni appoggiate anche da provider come Telstra Clear che non se la sono affatto sentita di negare agli utenti un diritto fondamentale come quello di navigare, come recentemente sancito in Francia.
Il Primo Ministro era già intervenuto per calmare gli animi: la sezione 92A della legge non sarebbe entrata in vigore così come scritta. Nessuna clausola da “tre colpi” prima di staccare il pirata dalla rete intera. Il portavoce del ministero Simon Power assicura che la questione sarà attentamente vagliata. Probabilmente per evitare di fare la stessa fine della dottrina Sarkozy e della sua HADOPI, bocciata recentemente perché ritenuta non conforme ai dettami del Consiglio Costituzionale.
L’idea francese, tuttavia, piace ancora alla Nuova Zelanda che cercherà di arrivare ad accordi molto difficili. Il governo non spiega effettivamente se la questione dei “tre colpi” verrà risolta né come si possa mettere d’accordo ISP, proprietari di contenuti ed utenti.
L’obiettivo è di portare la revisione di legge al Parlamento entro settembre o al più ottobre. (M.V.)